Ateneo (II-III secolo d.C.) scrittore greco di Naucrati in Egitto, è autore dell'opera Deipnosofisti o Dotti a banchetto redatta tra il 193 e il 197 e confermatasi come una straordinaria fonte per la conoscenza della cultura greca. Il modello del simposio adottato dal compilatore offre l'occasione al nutrito gruppo di sapienti convitati di esibire un'enciclopedica erudizione, depositaria di preziose informazioni letterarie, storiografiche e di antiche memorie grazie alle quali si è conservata traccia di autori e opere della civiltà ellenica altrimenti perduti.
La pubblicazione del testo greco era da lungo tempo in gestazione nel progetto editoriale manuziano, come testimonia la prova di stampa datata agli inizi del 1498, conservata in unica copia nella Pierpont Morgan Library di New York (ISTC ia01175000); tuttavia l'editio princeps di Ateneo uscirà dall'officina aldina a cura di Marco Musuro (ca. 1475-1517) soltanto nell'agosto 1514, insieme al Lessico di Esichio: ultimi due autori greci che coronano la ventennale impresa dello stampatore.
L'opera di Ateneo in 15 libri è tramandata nella versione plenior da un manoscritto del X secolo pervenuto mutilo, il Marc. gr. Z. 447 (=820). Il cretese Marco Musuro, curatore e collaboratore della bottega aldina, per la restituzione del testo greco utilizzò un apografo del codice marciano, reintegrando i libri mancanti (i primi due e parte del terzo) con un'epitome, come riferisce Aldo stesso nell'epistola dedicatoria alla carta A1v.
L'edizione è dedicata da Manuzio a Janos Vértesy, umanista ungherese allievo a Venezia dell'illustre filologo Musuro. Nel frontespizio alla carta A1r il titolo in latino – ATHENAEVS – è seguito da un sommario in corsivo greco elegantemente disposto in due piramidi a figurare una sorta di clessidra; al di sotto la celebre marca dell'impresa con l'ancora, il delfino e la scritta «Aldus M.R.» in cornice di doppio filetto (Fletch. f4; A3c.) completa l'equilibrata composizione della prima pagina. La pubblicazione in folio in carattere greco (Gk3:90), corsivo (I1:80) e romano (R6) si presenta in una veste tipografica accurata e sapiente, nella quale forme misurate e arte della stampa testimoniano dell'originalità del manufatto aldino.
L'esemplare marciano sul frontespizio reca una nota di possesso, armoniosamente inserita con grafia posata nello spazio tra l'ampio sommario redatto da Musuro e la marca tipografica di Aldo; l'annotazione, ripetuta identica sul colophon, recita «Collegij Societatis Jesu Heiligenstadij A° 1595», attestando l'uso di questo libro sullo scorcio del XVI secolo presso il Seminario dei Gesuiti di Heiligenstadt, nella Germania centrale.
Sull'angolo destro del margine inferiore del frontespizio è visibile un'altra breve nota di possesso «Jo. Grammii» di mano del bibliofilo e bibliotecario danese Hans Gram (1685-1748), la cui collezione di circa 24.000 libri, messa all'asta dopo la morte, approdò in varie raccolte pubbliche e private.
L'esemplare con legatura del secolo XVIII in pergamena rigida conserva sul contropiatto anteriore l'ex libris marciano settecentesco inciso da Zucchi e due antiche segnature (CXIV.10; CXIV.8*): questi due ultimi dati situano l'ingresso del volume nella Libreria di San Marco con molta verosimiglianza entro la fine del Settecento.
Bibliografia di riferimento:
Saida Bullo