Nel colophon dell'edizione de Le cose volgari di Petrarca, Aldo Manuzio dichiara che fu tratta «con sommissima diligenza dallo scritto di mano medesima del Poeta, havuto da M. Pietro Bembo», volendo con ciò sottolineare l'autorevolezza della fonte manoscritta e il prestigio dello studioso che aveva collaborato alla cura del testo, aggiungendo per gli esemplari stampati in pergamena «dallui doue bisogno è stato, riueduto et racconosciuto».
L'edizione aldina, che unisce il Canzoniere e i Trionfi del Petrarca (1304-1374), curata da Bembo, suscitò immediate voci di disaccordo, se non di scontento, tali da indurre il Bembo stesso a spiegare e a difendere il proprio lavoro attraverso le parole di Manuzio nella lunga dedica «Aldo a gli lettori» posta nell'ultimo fascicolo e quindi aggiunta già in corso di stampa, in cui si legge: «io mi credea per certo havere a bastanza dato fede della correttione di questo libro […] sono alcuni che dicono non essere perciò così compiutamente corretta questa forma che io v'ho data». Il manoscritto autografo del Petrarca (ora Vat. Lat. 3195) non comprendeva il testo dei Trionfi, ma fu sicuramente consultato dal Bembo per la redazione del proprio autografo (ora Vat. Lat. 3197) usato poi per la stampa aldina. Dall'autografo del Petrarca il Bembo si discostò soprattutto per la regolarizzazione delle grafie latineggianti, per i troncamenti e le elisioni, ma il suo lavoro rappresentò un modello di stile formale e linguistico per secoli.
Il Canzoniere fu la prima opera in volgare stampata nel bel carattere corsivo (I1:80) ideato dal bolognese Francesco Griffo, già usato da Manuzio per l'opera di Virgilio nell'aprile del 1501, ma apparso per la prima volta a segnare le parole «iesu dolce / iesu amore» nella xilografia che raffigura la santa Caterina nelle Epistole devotissime uscite nel 1500.
L'esemplare marciano appartenne a Camillo Capilupi di Grado (1504-1547), per breve tempo allievo di Aulo Giano Parrasio a Roma e consigliere di Isabella d'Este, duchessa di Mantova, nonché segretario particolare di Francesco II Gonzaga. Capilupi segnò tre volte l'esemplare con la propria nota di possesso (carte a1r, A7v e II° guardia posteriore), con alcune note personali sulla vita della corte e della città di Mantova (carte di guardia e contropiatti), ma soprattutto annotò diverse lezioni nel Trionfo d'amore e nel Trionfo della morte. Capilupi probabilmente esemplò l'edizione aldina sul manoscritto contenente i soli Trionfi e appartenuto alla collezione familiare, che si conservò pressoché integra fino agli anni Trenta del secolo scorso, quando il Ministero dell'Educazione Nazionale ne acquistò una parte consistente, assegnando i manoscritti alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e distribuendo gli stampati a varie biblioteche statali: alla Marciana fu assegnata l'aldina del Petrarca il 13 giugno del 1932.
Bibliografia di riferimento:
Orsola Braides