Le disavventure di un erbario

Quando il ramo maschile della famiglia Michiel di san Trovaso si estinse, lo splendido erbario manoscritto in cinque volumi, opera a cui Pietro Antonio Michiel aveva a lungo lavorato tra il 1553 e il 1565, avvalendosi soprattutto di Domenico Dalle Greche per i disegni a colori, finì sui banchi dei rigattieri. Fortunatamente se ne accorse l'illustre botanico Giovanni Marsili, nominato nel 1760 prefetto dell’Orto botanico dello Studio di Padova, che lo riscattò dall'oblio. Ma l'erbario non era ancora approdato in un porto sicuro. Alla morte del Marsili, avvenuta il 9 maggio 1795, incombeva sulla sua notevole biblioteca e sull'opera del Michiel un nuovo rischio di dispersione. Giuseppe Antonio Bonato, collaboratore e poi successore del Marsili nella cura dell'Orto Botanico e nella cattedra universitaria, acquistò all'asta l'erbario e la biblioteca del maestro.  Aveva però un debito di riconoscenza da assolvere.

Nel 1791 dopo un lunghissimo apprendistato come amanuense e bidello, aveva assunto la carica di bibliotecario della Libreria degli Studi di Padova. Proprio nell'ottobre di quello stesso anno era  piombata sull'istituto un'ispezione voluta dai Riformatori dello Studio, di cui faceva parte il Procuratore Francesco Pesaro, già Bibliotecario della Pubblica Libreria di S. Marco, ed eseguita dallo zelante custode della Marciana, l'abate Jacopo Morelli. La sua ricognizione mise in luce uno stato di grave disordine e un difettoso aggiornamento dell'indice alfabetico, oltre a seri problemi ambientali. I Riformatori richiesero pertanto a Morelli di segnalare alcuni volumi preziosi da spostare alla Biblioteca di S. Marco per una migliore tutela.

Giuseppe Antonio Bonato, per riabilitarsi, agevolò l'opera di scelta e di prelievo: sessanta codici passarono così dall'Universitaria patavina alla Marciana e il suo zelo venne premiato due anni dopo, quando nel settembre 1793, fu sollevato dall'incarico di bibliotecario e affiancato a Giovanni Marsili nella cura dell'Orto Botanico, destinato poi a ricoprire la carica di prefetto nel 1794.

Per sdebitarsi decise quindi di donare nel 1796 un'opera di gran pregio alla Biblioteca di S. Marco, tramite il Pesaro: proprio l'erbario del Michiel che così ritornava a Venezia.

Bonato ricevette in cambio una lettera di ringraziamento e una medaglia ma quando anni dopo, per completare lo studio delle erbe descritte dal Michiel chiese di in prestito il codice, Jacopo Morelli glielo negò con fermezza.

Tiziana Plebani


Si parla di: Pietro Antonio Michiel, I cinque libri di piante, Cod. It. II, 26-30 (=4860-4864)

per saperne di più:

Giuseppe Ongaro, Marsili, Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, 70 (2007)

Marino Zorzi, La Libreria di S. Marco, Milano 1987, p. 305, 315
Tiziana Pesenti Marangon, La Biblioteca Universitaria di Padova, Padova 1979, pp. 174-177

Autore: 

Pietro Antonio Michiel