Spazi sacri

Biblioteca Marciana newsletter

numero 3 - autunno 2000

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Spazi sacri

Sala di lettura stampati Gli spazi che il lettore vive alla Biblioteca Marciana sembrano, allo studioso che vi sosta, in qualche modo sacri. A pochi passi soltanto dal rumore e dalla confusione della città al di fuori, dalla musica delle orchestrine, dalle folle in perenne movimento, qui si trovano una pace e un silenzio ricchi di storia e la compagnia amabile dei libri.
La Sala di lettura, colma di opere di consultazione del secolo passato, consunte da tante mani, sembra accogliere ancora gli spiriti benevoli del Molmenti, del Cicogna, del Cessi, del Romanin, di Giovanni degli Agostini.

Foto della Sala
La Sala Riservata

Il busto severo del Petrarca ci ricorda che condividiamo la sua fede nel perdurare in noi del passato. Il soffitto di vetro ci annunzia che questo era un tempo un cortile, che il cielo veneziano, con tutto ciò ch'esso ricopre, è appena al di sopra, e che questo spazio fu fatto perché fosse da noi usato con saggezza.

Altrettanto ci dice la Sala Riservata, collocata in disparte perché vi si odano le voci degli antichi manoscritti; ma nella quale si sentono anche le grida dei venditori all'esterno, che vantano le loro merci, Sala Riservata e si avverte il soffio freddo del vento del Bacino, a ricordarci che siamo solo temporaneamente al riparo dagli umori e dai modi di vivere della città, dalle sue strade e dal suo clima.

Ma mentre siamo qui, questi spazi sono come un santuario in cui si può sentire il sussurro delle vite passate e il confortante contatto con gli studiosi che ci hanno preceduti nel tempo.
I nomi scritti sullo schedone che devo firmare per poter leggere un manoscritto evocano coloro che con la loro opera hanno dato forma alla mia fatica. Il fatto che, decenni prima di me, essi hanno toccato le stesse carte di pergamena, mi parla della magica comunione del sapere e dell'ospitalità di questa grande biblioteca, che nutre i nostri sforzi e i nostri progetti e ci dà conferma della nostra civiltà.

Patricia H. Labalme