8. La resistenza degli uomini e quella delle donne

Il Risorgimento parlò la lingua della giovinezza e della passione, accendendo i cuori di uomini e di donne: questo slancio offrì spazi d'azione e di ridefinizione del destino a molti giovani ma anche a molte giovani donne: se a Venezia nel periodo del '48-9 queste erano state assai attive, dagli anni sessanta il loro protagonismo emergeva con più chiarezza, all'interno di un gioco di squadra intrecciato con gli esuli e con i promotori dell'attività cospiratrice fuori e dentro il Veneto.

Era del resto un terreno d'azione lasciato libero dalla fuga o dall'esilio di moltissimi uomini: alla fine del '59 più di 40.000 persone erano uscite dal Veneto e il numero era destinato ad accrescersi per lo stato d'assedio, i controlli sulla stampa e l'asfissia della vita culturale. Molti furono i giovani veneti e veneziani che corsero a contribuire alle imprese di Garibaldi.

Se qualcuno inseguiva l'eroe dei due mondi, altri invece lavoravano alla costituzione di comitati politici di emigrati: c'era dunque bisogno di qualcuno che tenesse i contatti con i fuoriusciti, inviasse loro informazioni, si occupasse della distribuzione di materiale clandestino, raccogliesse denaro per sostenere le azioni di resistenza fuori del Veneto e tenesse viva localmente la fiamma della resistenza, come il pittore Ippolito Caffi, arrestato per attività patriottiche.

La vita quotidiana della città era infatti scandita da atti dimostrativi, soprattutto scoppi di petardi e scritte sui muri, proteste nei caffè, alcuni fatti chiudere dal governo.

La polizia austriaca scoprì che a tenere le fila del comitato veneziano che manteneva i rapporti con gli esuli e organizzava le varie attività erano alcune donne: a capo del gruppo veneziano stava Maddalena Montalban Comello, insieme a Teresa Danielato Labia, Marianna Goretti Gargnani, Laura Sardi Secondi, Elisabetta Bentivoglio Contarini dal Zaffo, mentre a Padova tirava le fila Leonilde Lonigo Calvi.
Montalban Comello e Calvi vennero arrestate e processate, con un dibattimento che suscitò un gran clamore e fu seguito anche fuori di Venezia.

Si giunse alla condanna di un anno, ma la Montalban Comello, incarcerata alla Giudecca, alla fine della pena venne sottoposta a un secondo processo, accusata di contatti con cospiratori.

Il 1865 si apriva in un clima di grande attesa e le celebrazioni del sesto anniversario della nascita Dante, che si svolgevano in gran parte d'Italia e a Venezia come in altre città del Veneto, assunsero un significato dichiaratamente politico.

 

Materiali

  • L'Austria nella Venezia dopo la pace di Villafranca. Relazione e documenti per cura del Comitato Politico Centrale Veneto residente in Torino, Torino, Stamperia dell'Unione Tipografica-Editrice, 1860. Collocazione: 35. A. 93

    Nel 1860 si formò un Comitato Politico Centrale Veneto che manteneva rapporti con i comitati segreti attivi nel Veneto. Dopo la cocente delusione della ratifica della sudditanza della Venezia all'Austria, il Comitato pubblicava una serie di documenti su fiscalità, regime di stato di assedio, disposizioni militari e cronache di resistenza: teatri chiusi perché “i divertimenti ed i sollazzi mal si confanno a chi manda grida di dolore e vive solo di una aspirazione nobile patriottica ...La Piazza di S. Marco, piena di gente, al comparire della musica militare resta in un momento affatto deserta”. Evidenziata l'azione delle donne: “Né si fece distinzione di condizione o di sesso. Già prima della pace la contessa Elena Bentivoglio Contarini di Venezia e la contessa Cecilia Porto Scroffa di Vicenza erano state sostenute per sospetto di corrispondenza all'estero”.
    Apertura: pp. 8-9 in cui si parla del clima all'inizio del 1859 con le manifestazione degli studenti padovani.

  • Memorandum della Venezia presentato dal Comitato Politico Centrale Veneto ai Membri del Corpo Diplomatico residenti in Torino, Torino, Stamperia dell'Unione Tipografica-Editrice, 1860. Collocazione: Misc. C. 5726

    Relazione storica sulla dominazione austriaca dal 1797 a l 1859 e le sue caratteristiche di negazione delle libertà, censura, uso della polizia e di amministrazione. Verso la fine: “Ed ora confermati ed esasperati nell'odio per quanto abbiamo sofferto dopo la pace di Villafranca, offesi dalle villanie con cui si disfogò sopra noi il risentimento della sconfitta di Solferino..., offesi dallo spettacolo de' smisurati ammassi di provvisioni già raccolte ad opera di minaccie, angherie... offesi da una giunta d'imposte, mentre abbiamo già curve le ginocchia e le reni sotto il peso dei tributi anteriori, offesi dalla violenta imposizione di giornali siffatti nei pubblici caffè ...innalziamo preghiera a Vittorio Emanuele II...affinchè s'interponga ad ottenere che l'Austria sia indotta a rilasciare per patti il possesso delle provincie venete onde siano ricongiunte alla Lombardia senza nuovo spargimento di sangue”.
    Apertura: frontespizio.

  • Un pensiero a Venezia. Strenna pel 1860 dedicata alle Donne Italiane. Edizione a beneficio dell'Emigrazione Veneta, Milano, Editori Giuseppe Canadelli e Compagno, 1959. Collocazione: Strenna 1053

    I lombardi dopo Villafranca davano addio agli austriaci ma non dimenticavano Venezia ancora in mani straniere. Il volume, opera del Comitato di sussidio per l'emigrazione, è dedicato alle donne italiane “Voi, donne gentili, che avete in seno le sublimi divinazioni dell'affetto, le sante ispirazioni dei volontarii sacrificii, la poesia della generosità, comandateci di essere virtuosi e forti, di fare l'Italia indipendente ed una, come la fece Iddio”. Si tratta di un'antologia di prose e rime, dedicati a Venezia e scritti da vari autori, tra essi Niccolò Tommaseo, Aleardo Aleardi, Ippolito Nievo, e curato da Pacifico Valussi, giornalista repubblicano.
    Apertura: frontespizio e antiporta inciso. Sullo sfondo di una veduta di Venezia desolata e offesa, uno stuolo di donne con corona e spada e vessillo d'Italia difende un gruppo di donne sottomesse da rozzi soldati, con il motto della difesa della repubblica veneziana “Ad ogni costo”.

  • Francesco Scipione Fapanni, I patrizi veneziani ed altre memorie patrie tratte dal diario mss.o di E. A. Cicogna, ms. [1889]. Collocazione: Cod. It. VII, 2291 (=9126)

    Letterato, epigrafista e interessato alla storia locale, Fapanni trascrisse copiosamente il diario dell'erudito, studioso di storia locale e impiegato della Corte d'Appello di Venezia, Emanuele Cicogna. Tra le molte notizie, l'arresto del pittore Ippolito Caffi nel Giardinetti Reali, che fece gran scalpore a Venezia. Caffi, bellunese, era un acceso patriota: nel '48 si arruolò contro l'Austria, poi raggiunse Venezia rimanendoci e documentando il clima della repubblica. Dopo la detenzione nelle carceri di San Severo, si aggregò all'esercito di Garibaldi. Morì a Lissa nel 1866 nell'affondamento della nave Re d'Italia.
    Apertura: p. 164: “7 luglio 1860. Ieri di giorno fu arrestato il pittore Caffi ... serbandosi sempre il solito silenzio nell'atto di tali arresti. È facile pel sospetto che passa (al caso di una sommossa) prestar mano a' sovvertitori della pubblica tranquillità”.

  • Aleardo Aleardi, I sette soldati. Canto, Venezia, Tip. Di Pietro Naratovich, 1861. Collocazione: Misc. B. 10135

    Il veronese Aleardi, collaboratore del Manin durante la Repubblica Veneta, fu più volte incarcerato; nel 1852 nella fortezza di Mantova e internato nel 1859 nel castello di Josephstadt, in Boemia. I sette soldati si apre con la dedica a Giuseppe Garibaldi ed è un inno alla fratellanza universale contro i tiranni: “Ormai si affretta al fine/ La maledetta secolar tragedia/ Fra le alemanne genti/ E le genti latine./ Da le molte favelle, a cui l'astuto/ Sire insegnò con diuturna insidia/ A ricambiarsi accenti/ D'odio e d'invidia; è per uscir alfine/ La parola d'amore.”
    La pubblicazione senza permesso costò l'arresto all'editore e tipografo Pietro Naratovich.
    Apertura: frontespizio.

  • Carlo Bullo, La Nobil Donna Marianna Goretti, vedova Gargnani e Marini, [S.n.t. dopo il 1866]. Collocazione: Misc. D. 2345

    Lo storico clodiense (1834-1920) ricostruisce in questo breve testo la vita di Marianna Goretti e la sua attiva partecipazione agli ideali del Risorgimento e alla liberazione del Veneto: nata a Venezia, figlia di un impiegato dell'Arsenale e sorella della letterata Laura, sposata in Veruda, fu ardente patriota e subì una perquisizione già nel 1851. Si maritò con il medico Domenico Gargnani anch'esso patriota; rimasta vedova sposò in seconde nozze Giuseppe Marin. Fu una organizzatrice della messa di suffragio per Cavour il 13 giugno del 1861. Venne arrestata e condannata a 8 giorni di prigione a S. Severo, insieme con Laura Sardi Secondi, Teresa Labia e Maddalena Montalban Comello.
    Apertura: pp. 4-5.

  • Venezia dal 1850 al 1866. Cenno storico, Venezia, Stab. tipo. litografico M. Fontana, 1884. Collocazione: Misc. C. 6504

    Opuscolo pubblicato dall'editore Giulio Gattinoni della Libreria Aldo Manuzio. Vi si ricordano gli eventi di quegli anni, tra cui la dimostrazione in Piazza San Marco organizzata da Maddalena Montalban Comello e Teresa Danielato Labia il 22 marzo del 1859 in cui facevano sfoggio del tricolore mentre i colombi di piazza svolazzavano con la coccarda italiana appesa al collo. Al sopraggiungere dell'Arciduca e dell'Arciduchessa la piazza in un battibaleno rimase deserta. Segue un'antologia di poesie satiriche in dialetto veneziano di Giovanni Battista Olivo, detto il Canocia.
    Apertura: pp.22-3.

  • Erminia Fuà Fusinato, Venezia a Maria Pia. Per l'Albo offerto all'augusta principessa nell'occasione delle sue nozze dalle donne venete trentine ed istriane (1862), in A Venezia. Versi, Venezia, Reale Premiata tipografia di Giovanni Cecchini, 1867. Collocazione: Misc. C. 3095

    L'opuscolo raccoglie, a cura del medico veneziano Antonio Berti, protagonista della stagione del '48-9, i versi che la poetessa ed educatrice aveva rivolto a Venezia negli anni precedenti all'annessione. Erminia Fuà Fusinato fece parte di una vasta rete di relazioni tra donne letterate di diversa provenienza che sostenne attivamente la causa italiana e la liberazione di Venezia. Ciò produsse alcune pubblicazioni offerte alla giovane Maria Pia di Savoia, come la Strenna femminile dell'Associazione filantropica delle donne italiane, stampata a Torino nel 1861 e organizzata da Felicita Bevilacqua la Masa. Per tale occasione la Fuà compose nel dicembre 1860 Il Fiore del Pianto.
    Apertura: p. 17, alla poesia con cui la Fuà Fusinato contribuì per l'Albo successivo, l'omaggio del 1862 delle donne venete trentine e istriane.

  • Strenna Veneziana 1866, Venezia, Tipografia del Commercio Edit.,1865. Collocazione: Strenna 1162

    La strenna alla cui realizzazione lavorò la poetessa Eugenia Pavia Gentilomo Fortis, coinvolgendo una numero elevatissimo di scrittrici, tanto da rappresentare, come si afferma nell'introduzione “una specie di palestra letteraria” di tutte le donne italiane, costituiva un omaggio all'Italia e a Dante, in occasione del sesto centenario della nascita. Si presentava come appendice della strenna dell'anno precedente, in cui si era offerto con grande successo una ricca galleria di veneziane famose nella storia, a titolo La letteratura veneziana e le sue donne passate e presenti.
    Da segnalare la presenza del saggio di Anna Maria Mozzoni, La donna nella repubblica di Venezia. Sue condizioni giuridiche e consuetudinarie.
    Apertura: p. XI.

  • Festa del sesto centenario dalle nascita di Dante Alighieri, celebrata il giorno 21 maggio 1865 nelle sale teatrali della Società Veneta Filodrammatica, residente in Venezia, con un discorso di Antonia S. Minotti, Venezia, Tip. di Gio. Cecchini Impr., 1865. Collocazione: Misc. B. 1552
    L'opuscolo è testimonianza di una delle celebrazioni della nascita del poeta avvenute a Venezia nel 1865, in questo caso nel corso di una festa che si svolse nelle sale “splendidamente arredate e illuminate” di Palazzo Jagher a SS. Apostoli, alla presenza del podestà Pier Luigi Bembo e di altre 300 persone. Oltre agli interventi canori e musicali di vari artisti, il discorso a ricordo del “poeta nazionale” era tenuto da Antonia Minotti.
    Apertura: frontespizio.