Come vorrei fosse il sito di una biblioteca

Luisa Carrada

 

Mi piace Tim Berners Lee, e non solo perché "inventando" il World Wide Web ha contribuito a cambiare parecchio la mia vita di professionista e di persona, ma anche perché lui nel W3C come luogo di comunicazione e di scambio, cui tutti hanno diritto di accesso, continua ancora a crederci.
Con un ammirevole e inguaribile ottimismo, ma anche con tante regole pratiche e di buon senso per rendere i siti internet dei luoghi usabili e accessibili, e quindi più utili e piacevoli da frequentare.
Per leggere, scrivere, informarsi, imparare, comunicare, conoscere altre persone.

Le biblioteche sono tra i luoghi più complicati anche nel mondo "reale". Accostate spesso all'immagine del labirinto, faticano a svelare i loro criteri di classificazione e i loro tesori nascosti. Bisogna passeggiarci dentro a lungo, percorrerne i corridoi, esplorarne con pazienza cataloghi e scaffali.

Anche il Web è una grande biblioteca, anzi la più grande delle biblioteche, apparentemente la più accessibile di tutte. Basta un click per accedere a centinaia di cataloghi, spesso integrati tra loro, per fare ricerche complesse e incrociate, impensabili in una sola biblioteca. Ma avere a disposizione tanti cataloghi, tante informazioni bibliografiche, tanti libri digitalizzati, non assicura di per sé una buona fruizione, né una buona ricerca, né un aumento delle conoscenze, personali e collettive.

Esattamente come una biblioteca reale, anche quella virtuale deve essere progettata e realizzata per accogliere il lettore, farlo sentire a suo agio, guidarlo e aiutarlo nelle sue ricerche.

E allora una home page non può essere costituita solo da un titolo e da una form piena di campi da riempire, che mi promette "ricerche avanzate", "operatori booleani", "ricerche and/or" o un testo che mi parla di "localizzazioni", "record" e "schede catalografiche".
Perché nella biblioteca online possono entrare davvero tutti, senza documenti e senza limiti di età, senza conoscere alla perfezione la nostra lingua, senza dover mostrare il loro titolo di studio. E tutti devono poter trovare quello che cercano.

La biblioteca che mi piacerebbe trovare su Internet dovrebbe essere costituita da un atrio bianco e spazioso, che mi spieghi con un linguaggio semplice dove sono e che cosa posso trovare in quella biblioteca. Mi piacerebbe essere indirizzata verso il mio tipo di esigenze: "Sei uno studente? Sei un bambino? Sei un insegnante? Conosci poco l'italiano? .... allora il tuo percorso è questo".
Mi piacerebbe addentrarmi con una guida amichevole e sicura, aiutata da help in linea e glossari richiamabili facilmente. Vorrei non perdere mai il filo e poter tenere traccia delle mie personali ricerche.

E infine vorrei delle pagine leggere e veloci da scaricare, senza immagini e animazioni inutili, testi leggibili anche in situazioni di difficoltà, un layout semplice e chiaro.

Le regole per costruire dei siti così sono già tutte sul sito del W3C (in inglese) e su quello del Governo italiano. Basta applicarle per progettare dei siti accessibili, che poi, come ha scritto giustamente Berners Lee, non sono altro che "siti più usabili per tutti".

28/10/2002

 

Sito dell'autrice:
Il Mestiere di scrivere (http://www.mestierediscrivere.com/)