Piccola mostra bibliografica: Galatei dei colori

in occasione del Carnevale di Venezia 2013
da Martedì, 05 Febbraio 2013 a Mercoledì, 20 Febbraio 2013

Visto il successo di pubblico e di critica la mostra bibliografica (che ha registrato in una sola settimana 2500 visitatori)  intitolata “Galatei dei colori”, è stata prorogata fino al 20 febbraio prossimo. L’esposizione, a cura di Manlio Brusatin, con la collaborazione di Claudia Benvestito, Annalisa Bruni e Mariachiara Mazzariol e organizzata dalla Biblioteca Nazionale Marciana e Venezia Marketing & Eventi – nell’ambito del Carnevale di Venezia 2013. “Vivi i colori. Live in colour” – è allestita fino nelle Sale Monumentali della Biblioteca, inserite nel percorso integrato dei Musei di Piazza San Marco, con ingresso dal Museo Correr (Piazza San Marco, Ala Napoleonica). Orario: 10 – 17 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Verranno esposti brevi trattati, testi e saggi noti e meno noti relativi al tema del Colore (nel contesto di Venezia). La mostra bibliografica si estende dal Cinquecento al Settecento con le edizioni su dialogo/significato e pratica dei colori (Fulvio Pellegrino Morato, Ludovico Dolce, Paolo Pino) confrontate con le trattazioni di luce e colore che fondono insieme analisi scientifica e psicologica della visione e della percezione (Antonio De Dominis, Giovanni Rizzetti, Francesco Algarotti).  

A Venezia il colore è sempre stato di casa, ma quasi trattenuto all’interno dei segreti della pittura. Qui invece i piccoli libri, di cui si ripropone non solo la visione ma la lettura attraverso il reading teatrale musicato che andrà in scena per la Carnival Culture Night (lunedì 11 febbraio, due repliche: alle 17.00 e alle 19.00, con ingresso da Piazzetta San Marco 13/a, ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, previo ritiro del voucher il giorno stesso dalle ore 16.00 per la prima replica e dalle ore 18.00 per la seconda, presso l'ingresso della Libreria Sansoviniana, Piazzetta San Marco 13/a) diventano un’anticipazione dei galatei italiani sui modi e maniere con cui ci si confronta e dialoga con gli altri. Il colore nel discorso e nell’interpretazione, non solo dell’abito, diventa un modo di essere della libertà e identità personali, non escludendo la seduzione.

 

* * * * * * * *

Il Polifilo, come viene chiamata diffusamente l’Hypnerotomachia Poliphili (Lotta di amore e sogno di Polifilo) è considerato il libro più bello del mondo. È un grande romanzo illustrato, pubblicato da Aldo Manuzio, il cui autore Francesco Colonna è ancora misterioso.

Le interpretazioni del testo sono state molte e potranno essere pressoché infinite.

In particolare qui si propone l’effetto di una scrittura in una forma di letteratura dipinta, come un passaggio dal testo al dipinto e dal dipinto al testo. Qui si accostano per la prima volta le preziose copie marciane dell’edizione princeps del 1499 con quella del 1545.

Hypnerotomachia Poliphili, 1499

L’ hypnerotomachia di Poliphilo…, 1545

 

Il colore dialoga

“I galatei dei colori” come li abbiamo chiamati, sono piccoli trattati di autori presenti presso le corti e città di Mantova, Milano, Ferrara, Venezia, i quali espongono in maniera discorsiva, partendo da un breve componimento poetico, “diversità e proprietà”, simboli e accostamenti dei colori. Gli esempi sono presi dalla classicità e trattano in un elenco i vari colori, noti ad artisti e umanisti del Quattro-Cinquecento, attribuendo loro una vasta gamma di significati ora lontani ora vicini a noi. Le discipline più frequentate sono una mescolanza di saperi tra astrologia e alchimia, oltre ai testi letterari classici che si confrontano con quelli più moderni, particolarmente di Petrarca e Boccaccio.

Mario Equicola, Libro di natura d’amore, 1531

M. Equicola, Libro di natura d’amore, 1536

M. Equicola, Libro di natura d’amore… corretto da m. Ludovico Dolce, 1554

M. Equicola, Di natura d’ amore, 1583

Fulvio Pellegrino Morato, Del significato de colori e de mazzolli, 1543

F. P. Morato, Del significato de colori…, 1559

Ludovico Dolce, Dialogo… nel quale si ragiona delle qualità, diversità, e proprietà de i colori, 1565

 

Il colore si fa (pittura & tintura)

Il colore è anche una materia che diventa un quadro o un tessuto, per assumere, grazie a un particolare trattamento “tecnico”, un fascino e un prezzo molto alto. Il testo di un pittore, non particolarmente noto, come Paolo Pino propone i meriti della pittura veneziana rispetto a quella toscana, ponendo attenzione alla costruzione cromatica del dipinto, e suggerendo il modo di guardarlo anche per un’osservazione moderna: “Un quadro deve essere visto con la stessa luce in cui è stato dipinto”. Giovanventura Rosetti espone invece un sapere molto pratico come la tintura delle matasse di seta e delle stoffe.

Per rendere accettabile un colore alla fibra è necessario conoscere i segreti del “medium”, quella sostanza mordente che serve a far sì che una tinta (il guado per l’azzurro, la robbia e il kermes per il rosso) possa dare al tessuto il colore desiderato e apprezzato, e farlo durare nel tempo.

Paolo Pino, Dialogo di pittura, 1548

Giovanventura Rosetti, Plictho de larte de tentori…, 1540

 

Il colore (stra)parla

I colori hanno rappresentato nel tempo le insegne, le bandiere, gli stemmi e gli scudi di battaglie e tenzoni, identificando parti diverse e partiti contrapposti. Da una serie di colori medievali che mantengono lo spirito della tenzone e dello scontro si passa alle cosiddette “imprese”: il marchio o il sigillo (oggi logo o brand) di un progetto individuale, anteposto alle varie attività della vita pratica, con aspirazioni presenti e future, molto retoricamente annunciate. I colori della regalità e delle dinastie diventato immagini sempre più vicine al destino di una biografia, per quanto singolare o ambiziosamente illustre.

Sicile, Trattato de i colori nelle arme, nelle livree et nelle divise…, 1548

Andrea Alciati, Emblemata…, 1618

A. Alciati, Emblemata cum commentarijs…, 1621

Giovanni Rinaldi, Il mostruosissimo mostro…, 1626

 

Il colore si interroga e si interpreta

Il discorso filosofico che sui colori ha sempre agito con sospetto, cambia direzione. Soprattutto i “naturalisti” italiani (Pomponazzi, Telesio, Della Porta, Giordano Bruno) analizzano i testi di Aristotele (probabilmente di Teofrasto), staccandoli sempre più dalla loro verità testuale per confrontarli con il fatto materiale dei fenomeni della natura stessa.

Ecco che il senso principale della vista porta a indagare i raggi luminosi, e quell’apparizione tanto rivelatrice quanto simbolica, così presente in natura, della messaggera Iris e dell’arcobaleno, ponte tra cielo e terra: tutto questo vicino ai principi e agli aspetti naturali (iuxta propria principia).

Simone Porzio, De coloribus libellus…,1548

Antonio Telesio, Libellus de coloribus, 1528

Bernardino Telesio, De colorum generatione…, 1570

Marcantonio de Dominis, De radiis visus et lucis.., 1611

 

Il colore si interpreta e si spiega

Newton aveva spiegato in maniera universale (e unilaterale) il fenomeno della dispersione della luce. I colori sono sette, come le note musicali e i giorni della settimana. Producono luce bianca attraverso un esperimento “cruciale” come quello del prisma di vetro.

La bellezza e verità delle tesi scientifiche dell’ottica newtoniana sono abbracciate da letterati (Algarotti) o fortemente criticate da scienziati (Rizzetti), presenti a Venezia e in Europa del Settecento. Ma il desiderio era di passare da un’indagine scientifica a una forma di comunicazione sul colore che educasse alla visione e al gusto. Oggi si può dire che entrambi avevano ragione, perché nella percezione dei colori la loro mescolanza dà il bianco ma nel caso delle tinte materiali dà il nero. Come è ancora oggi nell’ “era telematica”: i tre colori Rosso-Verde-Blu danno il bianco nel monitor, mentre i colori Ciano-Magenta-Giallo (più il nero sul bianco della carta) nel passaggio alla stampa, danno il nero.

Giovanni Rizzetti, De luminis affectionibus, 1727

Luigi Ferdinando Marsili, Annotazioni intorno alla grana…, 1711

Francesco Algarotti, Il Newtonianismo per le dame…, 1737

G. Rizzetti, Saggio dell’Antinevvtonianismo…, 1741

F. Algarotti, Il Newtonianismo per le dame…, 1739

 

Testi di Manlio Brusatin