GIROLAMO ALESSANDRO
CAPELLARI VIVARO, Campidoglio Veneto, in cui si hanno l'Armi, l'origine,
la serie de gl'huomini illustri et gli Albori della Maggior parte delle
Famiglie, così estinte, come viventi, tanto cittadine quanto forastiere,
che hanno goduto e che godono della Nobiltà Patritia di Venetia.
Venezia, Biblioteca
Nazionale Marciana, Codd. It. VII, 15-18 (=8304-8307)
voll. 4, di ff. 352, 251, 278, 235
mm 470x305 circa
L'opera, autografa, è una compilazione assai utile per lo studio
della storia di Venezia, grazie alla ricchezza delle notizie, raccolte
da svariate fonti.
Si tratta di una storia delle famiglie nobili veneziane, corredata
dagli alberi genealogici. Come d'uso le famiglie, da d'Abramo a
Zuccolo, sono disposte in sequenza alfabetica e con l'esposizione interna
ordinata cronologicamente. Per ciascuna famiglia, la voce si apre con una
storia generale, e segue con una raccolta di notizie riguardanti i maggiori
personaggi di ciascun ceppo (è evidenziata la data più importante
che concerne ciascun esponente celebre della famiglia). Gli alberi genealogici
contengono notizie biografiche essenziali.
Gli stemmi a colori, disegnati dal Capellari all'intestazione della maggior
parte delle famiglie, fanno sì che l'opera genealogica costituisca
anche uno stemmario dipinto a colori, ancorché di modesta esecuzione
e pressoché privo di varianti che attestino i diversi rami famigliari.
La fonte principale per i blasoni è l’opera del Coronelli, che si
rende disponibile alla consultazione in questa stessa sede.
A quanto elenca lo stesso autore (ff. 2r-3r: Catalogo degli Autori e
loro opere sopra delle quali si è architettata la presente fatica),
le fonti del Campidoglio Veneto non furono tanto archivistico-documentarie,
quanto storiche. L’opera si presenta fondamentalmente come una raccolta,
meditata e ricomposta, dei dati tratti da genealogie e storie famigliari
preesistenti. Il Campidoglio Veneto appare dunque ai nostri occhi
anche come una buona guida per il successivo controllo delle varie fonti,
sia analogamente compilative, sia documentarie. La consultazione del repertorio
del Capellari va comunque affiancata alla lettura di altre opere araldico-genealogiche,
quali le basilari compilazioni di Marco Barbaro, e quella di Girolamo Priuli.
L’opera genealogica di Marco Barbaro, fondante, fu redatta nella prima
metà del Cinquecento, ed è stata divulgata in varie versioni
aggiornate, secentesche e settecentesche. La storia delle famiglie e dei
personaggi veneziani di Girolamo Priuli fu redatta intorno al 1600.
Il Campidoglio Veneto, tardo, è la raccolta genealogica più
vasta, per l’estensione del soggetto, e la vastità della documentazione
storiografica (si ricordi tuttavia che le fonti del Capellari non sono
direttamente documentarie, bensì storiografico-letterarie).
La stesura unitaria del testo giunge almeno al 1741 e intorno alla metà
degli anni '40, dunque quasi alla estrema maturità della Repubblica.
Presenta per ciascuna famiglia sia un testo riguardante la storia delle
origini, sia la narrazione dei fatti principali che concernono i suoi personaggi,
sia l'albero genealogico relativo a ciascun ramo: unisce dunque in uno
ciò che in altre compilazioni si legge distinto. Sono presenti anche
le famiglie nobili estinte, delle quali sia noto poco altro che il nome.
La data di stesura e di aggiornamento delle notizie in questa copia
di pregio del Campidoglio Veneto viene sottolineata dagli elenchi premessi
alla compilazione: la serie dei dogi, con le loro gesta, da Paoluccio Anafesto
a Pietro Grimani eletto nel 1741; la serie dei cancellieri grandi,
dal 1268 al 1725; la serie dei vescovi e patriarchi dal 774 al 1741;
dei primiceri di San Marco dal 1180 al 1718. Alcune annotazioni sono aggiunte,
dalla mano dello stesso autore, con aggiornamenti sino ai primi anni ’40.
A maggiore informazione
del lettore, in linea con le compilazioni delle cronache veneziane, e con
le abitudini sanudiane, e in conformità con la raccolta di operette
che tutti i nobili conservavano per la consultazione usuale, all’inizio
del primo volume compaiono anche una serie di testi accessori (si
veda l’indice dei fogli introduttivi).
Girolamo Alessandro Capellari Vivaro, cittadino di Vicenza (23 settembre
1664-14 aprile 1748) e commerciante di professione, si applicò
tutta la vita a onnivore letture e studi di filosofia e di storia. Ne nacquero
vaste compilazioni di storia delle famiglie, tratte dalle numerosissime
fonti cui poté avere accesso: cronache e storie, a stampa e manoscritte.
Storico dilettante, ebbe ingegno di lettore e di infaticabile compilatore
di liste ordinate. Ci restano, interamente autografe a testimoniare il
suo lavoro solitario, due opere maggiori e poche ulteriori, di minor mole,
alcune delle quali edite a stampa. Molto consultati in passato e tuttora
pienamente utili risultano questi quattro tomi in folio del Campidoglio
Veneto, concernenti la storia delle famiglie patrizie veneziane. In
qualche modo affastellata, sotto le vesti di un rigido ordinamento alfabetico,
è invece la sua ulteriore opera di enorme mole: gli undici tomi
dell'Emporio universale delle famiglie, dove sono elencate e prese
in esame oltre 16.550 famiglie nobili d'Italia (escluse le veneziane) e
d'Europa, con gli stemmi relativi e notizie sui personaggi più illustri.
La compilazione è conservata oggi a Vicenza, nella Biblioteca Capitolare
depositata presso il Seminario vescovile. Quest'ultima opera soffre a causa
della estrema vastità della materia trattata e, d'altra parte, della
relativa limitatezza delle fonti che l'autore aveva a disposizione; si
è trattato comunque di un repertorio di comodo utilizzo, e lo testimonia
il fatto che ne sono state tratte a penna almeno una copia completa [Vicenza,
Bibl. Bertoliana] e una incompleta [Padova, Bibl. del Museo Civico]. Capellari
fu autore di altre operette, egualmente strutturate in forma di compilazione
catalogica; si occupò di santi, e aveva in preparazione un repertorio
storiografico dei pontefici. Un codice di pochi fogli è correlato
al lavoro del Campidoglio Veneto, analogamente autografo: Le
macchie nelle stelle overo la nobiltà ecclissata in alcuni personaggi
delle famiglie patrizie di Venezia. Vi sono raccolte notizie su alcuni
nobili veneziani che si sono macchiati di infamità, ciascuno disposto
ordinatamente sotto il nome di famiglia; così l'autore: «Cielo
lucidissimo chiamo la serenissima Republica di Venezia, stelle risplendenti
sono le famiglie che compongono il di lei perfettissimo governo et perche
da alcune di esse uscirono soggetti notati di biasimo non altrimenti che
nel cielo empireo tal volta si vedono le stelle adomprate di vapori, perciò
mi sono indotto à chiamare questa mia operetta col nome Le macchie
nelle stelle.»
La materia limitata e l'abbondanza delle fonti disponibili fanno del Campidoglio
Veneto una utile raccolta di dati di pronta consultazione. Una copia
manoscritta dell'opera, rielaborata e riassunta, è disponibile presso
l'Archivio di Stato di Venezia. Alcuni capitoli del Campidoglio Veneto
sono stati trascritti, aggiornati ed editi a stampa per onorare la storia
di singole famiglie soprattutto in occasioni di nozze (sezione relativa
ai Calbo, stampata nel 1888, agli Emo, 1848, ai Da Lezze, 1861, ai Dondi
dell'Orologio, 1862, ai Gritti, 1878, ai Minotto, 1882 e 1896, ai Tron,
1801). Infelice rielaborazione, assai parziale e del tutto ridotta, appare
invece quella che volle essere un'edizione a stampa dell'opera: Famiglie
patrizie venete divise in tre classi; la prima di quelle che compongono
la Patrizia Nobiltà Veneta e che esistono ed hanno domicilio in
Venezia; la seconda di tutte quelle che esistevano prima del serrar del
maggior Consiglio e che dapoi s'estinsero; la terza di tutte le Sovrane,
Pontificie e Principesche aggregate alla medesima nobiltà. Il tutto
ristrettamente cavato da una cronaca manoscritta in quattro volumi in foglio
reale, esistente nella pubblica Libreria di Venezia, Venezia, Bettinelli,
1774, in 12°, pp. 93, ristampata nel 1780 dallo stesso Bettinelli col
titolo di Dizionario storico-portatile di tutte le Venete Patrizie famiglie.
Si tratta comunque di una testimonianza della fortuna dell'opera.
Il 18 maggio 1748 Antonio e Pier Filippo Castelli, eredi del Capellari
venuto a morte da appena un mese, offrirono i tomi del Campidoglio Veneto
al doge veneziano; il Consiglio di Dieci decise prontamente il deposito
dei volumi presso la Biblioteca Marciana di Venezia, e ricompensò
quegli eredi per il dono gradito.
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