Lascito Iacopo Morelli

Note biografiche

Iacopo Morelli (15 aprile 1745 - 5 maggio 1819), nacque a Venezia, figlio di oriundi ticinesi. Studiò presso i Domenicani dei Gesuati alle Zattere ed ebbe come insegnante per la lingua greca Giovan Battista Gallicciolli.
Lì incontrò il padre Giovanni Bernardo De Rubeis, che lo introdusse alle numerose biblioteche monastiche veneziane.
Abbracciò il sacerdozio e si dedicò a una vita da erudito.

La sua vasta conoscenza delle opere classiche, storiche e letterarie, gli permise di redigere i cataloghi delle collezioni manoscritte latine e italiane dei patrizi Tommaso Giuseppe Farsetti, pubblicati dal 1771 al 1788, e Giacomo Nani, usciti presso lo stampatore Zatta nel 1776. Con l'amico Farsetti ebbe modo di conoscere anche le principali biblioteche di Padova, Vicenza e Verona.

La pubblicazione della storia Della pubblica libreria di san Marco in Venezia. Dissertazione storica, Venezia, Zatta, 1774, gli valse la segnalazione, con l'appoggio del Farsetti, per la nomina a Custode della Biblioteca nel 1778, dopo la morte di Anton Maria Zanetti.

Morelli fu custode a lungo, nell'epoca dei bibliotecari patrizi Girolamo Grimani (1716-1780), Girolamo Ascanio Zustinian (1721-1790) per breve tempo sostituito da Alvise Pietro Contarini (1731-1786), Zaccaria Vallaresso (1686-1769) e Francesco Pesaro (1740-1799).

Caduta la Repubblica, dal 1797 sino alla morte Morelli mantenne la direzione in prima persona come bibliotecario pubblico della Biblioteca ora denominata “Nazionale”, e poi “Regia”.
Nel frattempo, col succedersi dei vari Governi, dovette assecondare francesi ed austriaci, e mettere al servizio delle operazioni che avvennero ai tempi delle soppressioni la conoscenza delle biblioteche veneziane, propria e del suo sottoposto Pietro Bettio.

Selezionò e conquistò per le collezioni pubbliche manoscritti importanti, incunaboli e libri rari affinché non raggiungessero il mercato e fossero dispersi.
Tra gli incarichi pubblici ricoperti, dal 1792 era stato revisore dei libri esteri, ossia “alle dogane”, carica che mantenne anche dopo la caduta della Repubblica.

L'interesse pubblico guidò anche il controllo da parte sua dei depositi obbligatori delle stampe, che contribuivano a lasciare nella Biblioteca la traccia dei lavori pubblicati.
Intanto, si adoperò per l'allargamento degli spazi destinati alla Libreria e alle collezioni di antichità.
Quegli anni complessi non gli risparmiarono nemmeno poi, nel 1811, il forzato trasloco della Libreria verso Palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio e salette attigue.

Morì a settantaquattro anni, ancora attivo: erano uscite sessantadue opere a stampa, e lasciava innumeri abbozzi di opere, elenchi, corrispondenze e i suoi preziosi Zibaldoni.
Fu sepolto a San Michele in isola.

Il lascito e l'acquisto

Due le vie attraverso le quali giunsero alla Biblioteca i codici del Morelli.

In morte, attraverso il suo testamento (1819), Morelli lasciò alla Biblioteca i suoi manoscritti, e numerosi volumi di opuscoli a stampa rilegati.

Il testamento è in gran parte riportato dal Valentinelli (Bibliotheca, I, pp. 136-138): “Avendo io sino dai primi anni della mia gioventù presa cura di raccogliere codici manoscritti pregevoli, ne ho messo insieme un numero non picciolo; li quali è conveniente che io procuri che siano conservati uniti dopo di me.
Pertanto ordino e voglio che da mia sorella Laura siano consegnati all'I. R. Biblioteca di Venezia, nella quale voglio che siano trasportati dopo la mia morte, ed in essa siano perpetuamente e con fedeltà conservati ad uso degli studiosi che sapranno profittare di quelli nella dovuta maniera, ed a vantaggio delle lettere; alli quali manoscritti saranno uniti li libri stampati con note manoscritte, che ad essi codici ritrovansi frammesse”.

Nominava nel lascito anche la sua “preziosissima miscellanea di libri stampati” insieme ai “fasci di carte legati con spago in numero di quattordici, contenenti li miei studi sopra li codici manoscritti della biblioteca stessa e inediti e stampati nel tomo primo della mia Bibliotheca graeca et latina, della quale vi è unito un esemplare stampato con giunte e correzioni mie manoscritte, ed un esemplare della mia Dissertazione storica intorno alla biblioteca suddetta, con giunte e correzioni mie manoscritte”, “e nelli fasci stessi uno se ne troverà di miei studi intorno al museo d'antiquaria, annesso alla biblioteca”.

Un'altra parte consistente della biblioteca del Morelli pervenne più tardi attraverso l'acquisto, a seguito di vicende ereditarie.

Pietro Bettio (1769-1846), collaboratore di lunga data dell’abate Iacopo Morelli (1745-1819, bibliotecario dal 1779), che ne fu l'erede fu infatti costretto a venderla a causa di dissesti finanziari familiari, in particolare a Francesco Foramiti di Cividale.

In seguito i codici e carteggi morelliani, corrispondenti a una gran parte di quelli provenienti dal Bettio, furono offerti al direttore della Biblioteca Marciana Valentinelli che non poté acquistarli a causa del prezzo elevato.

Posti in vendita con catalogo nel 1847, i manoscritti restarono nell’abbazia di Santa Maria della Misericordia presso l’abate Pietro Pianton, appassionato difensore delle opere d’arte morto nel 1864, e si poté arrivare all’acquisizione pubblica solo nel 1877, con l’acquisto da parte dello Stato a favore della Marciana.

Consistenza e composizione

Col lascito pervennero 600 manoscritti, cui si aggiungono alcuni fasci di studi, e 1243 volumi di opuscoli a stampa rilegati, che si è calcolato contengano 20.000 opere.
I manoscritti si datano soprattutto al quindicesimo e sedicesimo secolo.

Valentinelli annotava che nella collezione si trovavano un codice dell'undecimo secolo, cinque del dodicesimo, quattro del tredicesimo.
Ventidue i codici greci, e gli altri di pari numero tra latini e volgari.

Le materie contemplate sono principalmente quelle di storia veneta, di storia padovana e milanese; statuti ecclesiastici, di città e delle arti; geografia, archeologia e belle arti, epigrafia, medicina, astronomia ed astrologia.
L'interesse per la letteratura è dimostrato dalla presenza di poesia, lettere, scritti di epoca umanistica.

Con l'acquisto del 1877 pervennero 131 fasci di carte e codici, conservati con segnatura Archivio Morelliano 1-131 (=12498-12638).
Tra i codici greci, quattro e cinquecenteschi, spicca il Menologium per il mese di novembre, Gr. VII, 53 (=1304), del dodicesimo secolo.
Tra i codici latini relati alla storia veneziana, sono rari e miniati la Promissione del doge Michele Morosini del 1382, codice marciano Lat. X, 189 (=3590), e la Commissione data dal doge Leonardo Loredan a Paolo Antonio Miani inviato come duca di Creta, del 1516, il Lat. X, 234 (=3849).

Inoltre venne insieme acquisita la serie di dieci dei suoi libretti di appunti, folti di notizie su manoscritti visti nelle varie biblioteche, Archivio Morelliano 35-44 (=12541-12550): Zibaldoni autografi A-K, con pezzi tratti da codici manoscritti, notizie di codici, di libri rari, con erudite memorie, letterarie, scientifiche e di arti belle, che attendono ancora una pubblicazione sistematica o una indicizzazione analitica.

Gli inventari

Il lascito:

  • Indice delli codici manoscritti latini, greci, italiani ed altri di me don Giacomo Morelli R. C. Cav. Bibliotecario da esser consegnati alla I. R. Biblioteca di Venezia dopo la mia morte, compilato e scritto di mia mano [Iacopo Morelli] nel decembre 1817 e gennaro 1818,It. XI, 325 (=7136), già Riservati 136:
    si tratta dell'elenco di 435 manoscritti, in 454 volumi. Alle pp. 77-88 Pietro Bettio aggiunge l'elenco di altri 146 codici del Morelli consegnati alla Biblioteca, e alle pp. 88-89 indica le altre parti costituenti il legato morelliano.
  • Repertorio delle materie intorno alle quali versano gli Opuscoli Miscellanei posseduti dal chiarissimo Abate Iacopo Morelli R. Consigliere Bibliotecario, compilato dall'Abate Pietro Bettio suo assistente nella R. Biblioteca,It. XI, 326-327 (=7137- 7138) : già Riservati 88-89.

L'acquisto:

  • Catalogo degli studi e carteggi del fu bibliotecario della Marciana ab. Jacopo Cav. Morelli, esistenti presso l’ill.mo e r.mo monsignor fr. Pietro dott. Pianton abate di S. M. della Misericordia, dei quali i proprietari vogliono fare la vendita, Venezia, co' tipi di P. Naratovich, 1847; pubblicato in “Serapeum”, VIII, 1847, pp. 209-217 [esemplare segnato Cons. Cat. Mss. Marc. 20B], catalogo a stampa, postillato a mano con le segnature date in Biblioteca.

Il fondo è stato rivisto negli anni settanta del Novecento da Stefania Minutelli Rossi.

Per saperne di più:

  • Giannantonio Moschini, Narrazione intorno alla vita e alle opere di D. Iacopo Morelli, in Operette di Iacopo Morelli, bibliotecario di S. Marco, ora insieme raccolte con opuscoli di antichi scrittori, I, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1820;
  • Carlo Palumbo Fossati, Le origini ticinesi di J. M. bibliotecario della Marciana, in “Lettere venete”, 10-11, 1976, n. 31-36, pp. 174-182;
  • Marino Zorzi, La Libreria di S. Marco, Milano, Mondadori, 1987, pp. 285-297, 349- 371.