Dono Giacomo Gallicio

Note biografiche

Giacomo Gallicio, vissuto nel XVII secolo, fu con ogni probabilità un mercante il quale, cosa frequente al tempo, aveva acquistato un certo numero di codici manoscritti nel corso dei propri viaggi di commercio Costantinopoli.

La donazione

Il 23 agosto 1624 presentò ai Capi del Consiglio dei X una supplica con la quale offriva, in cambio della liberazione di Bernardino Vespa, benemerito della Repubblica condannato per rissa, “alquanti libri antichissimi scritti in carattere greco”.

Grazie al giudizio positivo di Giovanni Sozomeno e Paolo Sarpi, incaricati dell'esame dei volumi dai Riformatori dello Studio di Padova, l'anno seguente i volumi venivano destinati alla Libreria di S. Marco.

Consistenza e composizione

Entravano in Biblioteca nel 1625 ventuno tomi per circa novanta titoli effettivi: testi di carattere prevalentemente esegetico, filologico e filosofico, tra i quali spicca la Catena in Job (Ms. Gr. Z. 538 (=540), libro di Giobbe con commento, preziosamente ornato da trenta miniature illustranti momenti della vita del personaggio biblico.
Il copista dichiara alla c. 246r di averlo ultimato nell'anno 6413 dalla creazione del mondo (905 dell'era cristiana).

La dichiarazione di ricevimento dei codici nella Libraria Publica, sottoscritta dal Sozomeno, porta la data 13 marzo 1625.

Altri quattro manoscritti, da ritenere in base alle annotazioni che presentano di proprietà del Gallicio, sono pervenuti in seguito per altre vie alla Biblioteca Marciana.

 

Per saperne di più:

  • Marcello Finazzi, La donazione della raccolta di codici greci di Giacomo Gallicio alla Repubblica di Venezia, in Miscellanea Marciana di Studi Bessarionei, Padova, Antenore, 1976, pp. 103-118.