<fl. 1550>. Umanista e letterato spoletino vissuto nel sec. XVI. La sua opera più significativa è l'edizione, con traduzione latina e commento, della Bibliotheces sive De deorum origine libri III di Apollodoro, pubblicata a Roma da Antonio Blado nel 1555. Altri lavori di Egio, tra cui traduzioni di Procopio di Cesarea e Paolo Diacono, godettero di grande fama, anche postuma, nei secoli XVI e XVII. Verso la metà del XVI secolo Benedetto Egio risiede a Roma, legato all’ambiente farnesiano e in particolare a Fulvio Orsini, umanista al servizio dei cardinali Ranuccio e Alessandro Farnese. Tra le sue amicizie erudite si possono annoverare anche Guglielmo Sirleto, bibliotecario apostolico e cardinale, Basilio Zanchi, custode della Biblioteca Vaticana, e l’umanista portoghese Achille Stazio, il cui lascito testamentario costituisce il primo nucleo della Biblioteca Vallicelliana. Volumi annotati o appartenuti a Benedetto Egio, manoscritti e a stampa, sono stati rintracciati in Biblioteca Apostolica Vaticana, Biblioteca Angelica e Biblioteca Vallicelliana (Roma). Nel manoscritto Vat. lat. 7205, cc. 1-52, è presente un inventario della Biblioteca di Fulvio Orsini, confluita in Biblioteca Vaticana alla sua morte (1600), nel quale sono segnalati i titoli posseduti da Benedetto Egio.

Cfr.: B. E. and the development of Greek Epigraphy, in Antonio Agustin between Renaissance and Counter-Reform, London 1992, pp. 1-13, DBI 42 (1993), pp. 356-357; M. Laureys, A. Schreurs, Egio, Marliano, Ligorio, and the Forum romanum in the 16th century, in «Humanistica Lovaniensia» 45 (1996), pp. 385-405.

Voci di rinvio
Aegius, Benedictus
Segno di possesso: Note di possesso

BV - S.BOR Q.VI 186(1), sul frontespizio nota di possesso manoscritta: B. Aegij * iiij.

 

Biblioteca di appartenenza

BV - Biblioteca Vallicelliana

Numero seriale: 2544 Autore: LV