Giornata di studi su Aldo Capasso

Biblioteca Marciana newsletter

numero 7 - autunno 2004

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Giornata di studi su Aldo Capasso 

Elpidio Bertoli,
Ritratto di Aldo Capasso

 

Quello di Aldo Capasso appare oggi un nome poco noto, nonostante una produzione particolarmente prolifica che lo vede affermarsi potentemente nel quadro letterario degli anni Trenta nella molteplice veste di critico, poeta, traduttore. Un nome oggi quasi scomparso, ma recentemente recuperato e riscoperto grazie a un'accurata indagine storico-letteraria, culminata con un'intera giornata di studi dedicata al suo contributo.

Il convegno intitolato "... nato a Venezia" e ospitato da quella stessa Venezia che nel 1909 ha visto nascere l'intellettuale, si è svolto nella giornata dell'11 dicembre 2003 per iniziativa della Biblioteca Nazionale Marciana, dell'Ateneo Veneto e dell'Università Ca' Foscari di Venezia allo scopo di ridefinire la posizione di quel "fattore K" che, dall'esordio segnato dalla raccolta poetica Il passo del cigno (Torino, Buratti, 1931) fino a oltre la seconda guerra mondiale, agisce in Italia sul piano letterario come su quello editoriale con una tale forza da provocare (come ha ricordato anche Cesare De Michelis nel dibattito conclusivo) l'avversione e la reazione ora polemica ora affettuosa in poeti dello spessore di Montale e Quasimodo.

E proprio di quell'opera prima, che conferiva ad un Capasso appena ventiduenne il premio Umberto Fracchia e immediata notorietà, è stato inoltre presentato, in chiusura dei lavori, al Teatro di Villa Leoni a Mira da Pietro Gibellini il reprint per i tipi delle Edizioni Novacharta di Verona (con letture di M. P. Colonnello e musiche di D. Visentin).

Nel corso del convegno, i relatori hanno voluto restituire un profilo il più possibile esaustivo di questo grande intellettuale, tentando di risolvere le difficoltà che inevitabilmente si legano all'esigenza di collocarlo nell'ambito del coevo panorama letterario, in primo luogo restituendo il rapporto dialettico intercorso tra la sua poetica e le estetiche del neoidealismo allora dominanti.

Barbara Pizzo