Federico Moro, Il coraggio degli Antichi Veneti

Presentazione del volume
Giovedì, 25 Ottobre 2012

Giovedì 25 ottobre, alle ore 17.00, alla Libreria Sansoviniana, sede monumentale della Biblioteca Nazionale Marciana (Venezia, Piazzetta San Marco 13/a), inizia il breve ciclo d’incontri “Letture d’Autunno. Venezia e il Veneto tra arte e storia”.

Nel primo appuntamento sarà presentato il volume: Federico Moro, Il coraggio degli Antichi Veneti. L'avventura - L'epopea - L'eredità perduta, Spinea, Helvetia editrice, 2012.

Saluto di Maurizio Messina (Direttore della Biblioteca Nazionale Marciana). Interventi di: Diego Dal Medico (critico ed editor) e Davide Busato (archeologo). Sarà presente l’autore.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

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Federico Moro, Il coraggio degli Antichi Veneti. L’avventura – L’epopea – L’eredità perduta,  Spinea, Helvetia Editrice, 2012 (Collana rosso veneziano).

Il libro è un romanzo che raccoglie la trilogia completa di tre thriller storici ambientati nel Veneto del III sec. a. C, costruiti sulla misteriosa figura di Nerka Trostiaia, la Gran Sacerdotessa del Santuario di Pora-Reitia di Ateste (Este), diventata punto di riferimento per gli antichi Veneti nella loro lotta contro i Celti grazie alle estasi mistiche che la resero la "voce della Dea".
In questa trilogia Federico Moro sfrutta a pieno tutte le sue potenti armi di scrittore che si esprimono sia nella verosimiglianza della ricostruzione storica sia nella velocità adrenalinica con cui narra i combattimenti. I tre "thriller" narrano:

l’avventura: Le nazioni dei Celti sono riunite con l’obbiettivo di distruggere l’Armata e le città dei Veneti. La flotta dello spartano Cleonimo risale il Medoacus (Brenta) verso il Santuario di Lova seminando dolore e devastazione … spetterà a Nerka Trostiaia assumere il comando della pericolosa missione per salvare il popolo veneto;

l’epopea: La morte corre lungo il fiume Plavis (Piave), falciando guerrieri veneti e scompaginando l’avanzata delle centurie romane. Toccherà al giovane Lucio Decimo Mure svelare i retroscena dei delitti che si diramano dal Santuario di Trumusiate a Lagole (Calalzo);

l’eredità perduta: Anno 452 d.C., gli Unni di Attila sono sotto le mura di Altino: esigono la consegna del misterioso Tesoro di Reitia. Solo "l’uomo senza paura", Orso Galbaio, può salvare la città dall’attacco risolvendo l’arcano che sta dietro alla scritta "In Altino occultus est".

 

Il coraggio degli Antichi Veneti è un romanzo e dell’opera d’invenzione ha struttura e natura dei protagonisti, L’avventura- L’epopea – L’eredità perduta, però, è una trilogia che dalla Storia non deriva solo lo spunto iniziale, e lo sfondo su cui si svolgono gli eventi frutto della fantasia dell’autore, bensì cerca di trasformare proprio lei, la Storia, nel vero soggetto della narrazione. Il risultato finale è un volume che presenta diversi piani di lettura.

Innanzitutto umano e psicologico. Numerosi e vari sono i personaggi che pensano e agiscono, ognuno di loro con proprio carattere e vissuto, da qui un universo di sentimenti forti, amore, amicizia, odio, generosità, affrontati e declinati con molte sfumature. Questi si manifestano in un contesto di esperienze, valori, attese, delusioni, sconfitte e vittorie.

Esiste, poi, una particolare dimensione comunitaria in cui i singoli rientrano e si riconoscono in un continuo scambio, materiale e morale. La ricostruzione storica è, per quanto possibile, rigorosa e aderente alla realtà verificata, anche per quanto riguarda l’ambientazione geografica, così lontana da quanto si può vedere oggi.  Infine, il libro torna sulle tracce del Mito, considerato non tanto quale insieme di favole e leggende quanto per il suo valore di strumento per penetrare la dimensione spirituale del mondo antico. Veneto e non solo. Esiste un filo rosso che lega i protagonisti del bronzo finale e della prima età del ferro a quanti percorrono oggi le vie di questa singolare "terra d’acque": fatto con pochi paragoni al mondo e anche solo per tale motivo meritevole di essere compreso e valorizzato. L’invenzione del narratore è intervenuta a saldare i frammenti lasciati slegati dai capricci della Storia e per disegnare, allo stesso tempo, i caratteri di personaggi in cui le parole hanno cercato di infondere lo spirito indomabile di un popolo, i Veneti Antichi, famoso per i suoi "bei cavalli": non a caso simbolo, ieri e oggi, d’intelligenza, sensibilità, bellezza, nobiltà d’animo, tenacia e forza di volontà…

 

Federico Moro è nato a Padova, ma vive e lavora a Venezia. Di formazione classica e storica, intervalla ricerca e scrittura letteraria, saggistica e teatrale. membro dell’Associazione Italiana di Cultura Classica e della Società Italiana di Storia Militare. Nella sua saggistica ricordiamo: Venezia in Guerra (2005), Ercole e il Leone (2008), Labirinto Ducale (2011), Angelo Emo (2012). Nei romanzi: Donne all’Asta (2002), La voce della Dea (2003), Storie a pelo d’acqua (2004), L’Oro e l’Argento (2005), La custode dei segreti (2005), Il coraggio degli Antichi Veneti (2006), Il Fulmine e il Ciclamoro (2007), Flagellum Dei? (2008). Tra gli spettacoli teatrali: Fra Terra e Acqua (2005), Lo scudo di pietra (2005), Giganti, viaggio in Utopia (2010), Parole di pietra (2012).

www.federicomoro.it