Donate alcune opere manoscritte di Giovanni Rossi

Biblioteca Marciana newsletter

numero 4 - estate 2001

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Donate alcune opere manoscritte di Giovanni Rossi

Grazie alla liberale volontà degli attuali eredi, dieci volumi manoscritti appartenuti a Giovanni Rossi si riuniscono ora ai cospicui fondi già pervenuti alla Biblioteca Marciana, nel 1852, a seguito del lascito testamentario dello stesso erudito collezionista.

Vissuto dal 9 luglio 1776 al 14 gennaio 1852, Giovanni Rossi di Gherardo fu un avvocato che non esercitò, salvo coprire incarichi temporanei presso i tribunali sino alla carica di Consigliere del Tribunale Civile di Venezia, e si ritirò precocemente in riposo per motivi di salute nel 1828. Fu un letterato che pubblicò molto parcamente, un affiliato mite di Accademie letterarie e artistiche prestigiose.
Egli visse da acuto dilettante di storia veneziana, osservando e passando in rassegna con finezza un mondo colto che andava sfaldandosi e si poteva trovare svenduto fra i rigattieri di Venezia, una città ormai decaduta da stato sovrano e in balia di avvicendamenti politici e di cambiamenti sociali ed economici.

Molti documenti e libri egli aveva potuto conoscere ed esaminare allorché, al tempo del Governo italico, dal 1806, fu tra coloro che ebbero l'incarico di vagliare e riordinare l'archivio antico, e fu in seguito coinvolto nell'impresa di inventariazione e scelta di libri tolti dalle biblioteche dei conventi soppressi. Egli amò raccogliere, affastellare manoscritti e oggetti, ed ebbe una copiosa biblioteca, che si disse cospicua di più di 30.000 volumi, ricca di memorie relative a Venezia, di vite ed elogi di veneziani illustri, di orazioni funebri, di drammi per musica recitati nei teatri di Venezia.
La sua biblioteca conteneva manoscritti principalmente di storia veneziana, con preziose mariegole, relazioni e commissioni: alla morte del Rossi la si trovò composta di circa 500 codici, e di ulteriori 124 della serie delle Leggi e Costumi dei Veneziani, ossia i tomi nei quali egli aveva curato che fossero trascritte svariate testimonianze, anche riposte, di storia veneziana.

L'accorto Rossi badò che i suoi manoscritti, sia quelli tanto amorevolmente acquistati, sia quelli così diligentemente copiati, non andassero dispersi, e con il testamento del 18 agosto 1851 ne destinò la maggior parte, direttamente, alla Biblioteca Marciana, purché desse garanzie di preservazione. Un lascito di otto manoscritti era destinato ad Emmanuele Cicogna, l'amico col quale aveva condiviso le passioni culturali e che ci ha lasciato del Rossi ricordi affettuosi.
Altri 30 li ebbe l'adorato e unico nipote, Andrea Giudici, al quale era destinata peraltro l'intera sua restante eredità, concentrata nella casa di campagna sita a Sant'Andrea di Barbarana.
Di quest'ultima e maggiore parte del patrimonio personale del Rossi facevano parte anche i codici oggi riuniti al fondo principale, presso la Biblioteca Marciana.

I dieci manoscritti donati alla Biblioteca da Luigi Breda furono codici non acquistati, bensì composti da Giovanni Rossi, che egli omise nella catalogazione della sua biblioteca manoscritta, che restarono non elencati dal Cicogna e dal Veludo, e che rimasero dunque con il resto della sua eredità privata.
Forse il loro valore, reso contenuto dall'essere stati separati dagli ulteriori codici, e certo il legame affettivo, dovettero preservarli in seguito dalla vendita e dispersione di tutto il restante patrimonio dell'eredità del Rossi. Si tratta di una parte riposta e personale della biblioteca.
Nei dieci volumi si trovano infatti racconti e diarii romanzati e le commedie per marionette, testi composti da Giovanni Rossi che rimasero quasi per intero destinati alla sola lettura di famigliari ed amici; vi si leggono alcuni documenti personali di contabilità, oltre alle sue dissertazioni intorno alla storia veneziana, presentate in occasioni accademiche pubbliche e parzialmente date alle stampe.

Susy Marcon