Biblioteca Nazionale Marciana
Venezia
Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Ti trovi in:
Indice » Icone di Venezia nella fotografia turistica
Salta direttamente a:

Catalogo della mostra
Venezia nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana
    

Testo del documento:

Icone di Venezia nella fotografia turistica

La nascita della cartolina, risale all’ottobre del 1869, per merito di un professore di economia dell’Accademia Militare di Wiener Neustadt, E. A. Hermann.

In questo periodo dell’Ottocento il turismo comincia a registrare una maggior consistenza e di conseguenza questo prodotto commerciale prende sempre più piede perché, rispetto alle costose immagini fotografiche degli atelier, la cartolina risulta di facile reperibilità e accessibilità per tutti coloro che desiderano trasmettere saluti, ma anche testimonianze dei luoghi visitati.
In Italia le cartoline cominciano a diffondersi nel 1885, già tre anni dopo la morte di Carlo Naya.

Queste righe intendono sottolineare il ruolo che ha avuto in primis il fotografo Naya, ma anche il lavoro svolto da altri professionisti come Ponti, Perini, Giacomelli che, tutti insieme, hanno contribuito a fare di Venezia un’icona nell’ambito della fotografia turistica.
Questi quattro atelier fotografici, dal 1861 in poi, hanno avuto involontariamente, ma anche deliberatamente, il compito di immortalare le prime immagini di Venezia prevalentemente destinate ad un pubblico che non conosceva la città, che inizialmente era elitario, ma che poi via via si è allargato a fasce sociali meno abbienti e per ciò stesso più vaste.

Questa diffusione dell’immagine lagunare porta ad un corrispondente incremento della domanda del turista e di conseguenza il numero degli atelier fotografici prende sempre maggior consistenza.
Infatti, se nel 1861 gli studi noti erano i quattro sopra citati, già cinque anni dopo ne verranno censiti dieci, finché nel 1869 se ne potranno contare ben quattordici! Va ricordato inoltre che, nel 1870, l’invenzione della lastra alla gelatina al bromuro permette un’ulteriore notevole diffusione dell’immagine fotografica, seppur con un conseguente abbassamento della qualità della stessa.

Dato l’enorme successo della fotografia paesaggistica, i fotografi e le ditte editrici si organizzano per offrire al turista un prodotto che possa stimolare il ricordo di viaggio che in quegli anni ancora non poteva essere ottenuto senza l’ausilio di un professionista. Ecco quindi la ragione dell’enorme successo delle fotografie stereoscopiche (che vengono prodotte anche dalla Ditta Naya), dei librisouvenir e infine della cartolina.

Spesso si riscontra nell’elenco delle edizioni di cartoline nomi di fotografi professionisti. Nonostante un approfondito lavoro di documentazione, sembra che, al momento, non risultino cartoline,con la firma di Carlo Naya o della Ditta Naya.

Sono invece più frequenti i vari album souvenir, realizzati in collaborazione con diversi editori locali, pubblicati con i soggetti che Naya ha fotografato in ogni angolo della città durante il suo soggiorno veneziano.
Nell’archivio storico Böhm-Naya sono infatti conservati diversi album – souvenir : "[…] n. 3 album di Naya, senza titolo, databile ca.1868 avente per soggetto vedute di Venezia, palazzi, monumenti, composto da n. 18 tavole, dimensioni album cm 45,5x32,5, cartoncino viola, immagini stampe alla gelatina cm 27,1x34,2 […] n. 6 album di Carlo Naya, "Ricordi di Venezia", soggetto interni, monumento al Canova ai Frari, tomba del Tiziano ecc., datazione successiva al 1876, dimensioni album cm. 31x37, cartoncino rosso con scritte oro, immagini stampe alla gelatina, cm. 19,2x24,2 […]".

Il "Ricordo di Venezia" è, a tutti gli effetti, un prodotto commerciale rivolto al turismo, come quello di Antonio Fortunato Perini (Treviso, 1830-1879), appartenente alla prima generazione di fotografi, il quale, come Naya, aveva il suo studio in Piazza San Marco. Infatti, inizialmente Perini aveva lavorato con Carlo Ponti (collaboratore poi anche di Naya) e metteva in vendita immagini architettoniche di grande formato ma anche vedute di Venezia di piccole dimensioni che montava su un cartoncino di presentazione per i turisti, con il titolo "Souvenir de Venise".

Questi album, disponibili in vari formati, spesso contenevano una dozzina di foto che raffiguravano i monumenti e i luoghi più noti della città di Venezia.
Alcune immagini venivano colorate da ritoccatori professionisti o da pittori minori che spesso le alteravano per ottenere un effetto notturno.
Talvolta lo stesso Carlo Naya utilizzava il fotoritocco per le vedute notturne con l’ausilio di un certo Marcovich.

Anche le fotografie stereoscopiche hanno avuto un ruolo nel precedere la genesi della cartolina come fenomeno fotografico.
Tra i diversi autori di stereoscopiche è doveroso segnalare Carlo Ponti, Carlo Naya e Ditta Naya, Bettini & Bonaldi Fotografi Editori Venezia, Istituto Fotografico A. Perini Venezia, Fototipia Alterocca, N.P.G. (quest’ultimo dedicato soprattutto agli angoli più caratteristici ed alle vedute animate).

La presenza del nome di Carlo Naya e successivamente della Ditta Naya anche nelle immagini stereoscopiche ribadisce che lui stesso, come altri fotografi attivi nella seconda metà dell’Ottocento, ad esempio Perini, Filippi e Bertoya, fu sensibile al cambiamento della clientela, adeguandosi alla richiesta del turismo ormai di massa, di poter avere un suggestivo ricordo di Venezia accentuato dall’incredibile effetto della tridimensionalità.

Si può quindi concludere che Carlo Naya fu un precursore del grande successo della cartolina illustrata grazie alla sua sensibilità artistica attenta non solo al fascino dei monumenti ma anche agli aspetti folcloristici della città minore che attiravano la curiosità del viaggiatore di fine Ottocento. Egli, infatti, contribuì a diffondere la cultura dell’immagine veneziana anche al di fuori dell’ambito della fotografia d’autore.

Si poneva comunque una pietra miliare nel cammino del riconoscimento della qualità e della personalità del fotografo/autore.
È interessante notare che un dilemma analogo si presentò e ebbe luogo negli U.S.A., intorno al 1865, tra A. Gardner e M. Brady, nella produzione di immagini fotografiche della Guerra Civile Americana.
Anche in questo caso si riconobbe il valore originario dell’autore dello scatto fotografico, distinguendo l’esecutore del negativo dall’esecutore del positivo.

Marta Vimercati

Bibliografia
AA. VV. Carissima Gemma ti riscrivo! Un secolo di cartoline da Murano, Tipografia Luigi Salvagno 2001, Venezia
AA. VV. Venezia Novecento, Reale Fotografia Giacomelli – Milano, Skira 1998
F. Arrasich, “La fotografia diventa cartolina”, Rivista Fotologia n. 23/24, pagg. 34-37 2003
P. Becchetti, Fotografi e fotografia in Italia 1839 – 1880, Quasar, Roma 1978
A. Errea, Storia e statistica delle industrie venete, ed. Venezia 1870
A. Favaro (a cura di), Guida ai fondi fotografici storici del Veneto – Fototeca Regionale – Regione del Veneto – Canova Edizioni 2006
G. Fiorentino, L’Ottocento fatto immagine, Sellerio editore Palermo, Palermo, 2007
A. Gilardi, Storia sociale della fotografia, Feltrinelli, Milano 1981 F. Leonardi, “L’immagine di Venezia nell’editoria fotografica”, Rivista otostorica n. 23/24 Giugno 2003, pagg. 48-51
A. Manodori Sagredo, Fotografia, storie generi iconografie, Bologna, Bononia University Press, 2006
A. Manodori Sagredo, Venezia e la fotografia stereoscopica, Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli / GO 2003
D. Ritter, Ottocento: immagini di Venezia, 1841 – 1920, Arsenale, Venezia 1994
M. Vimercati, Fotografi veneziani 1839 – 1970 (tesi di laurea, Università di Bologna, Facoltà dei Beni culturali, anno accademico 2002 - 2003
I. Zannier (a cura di), Venezia, Archivio Naya, O. Böhm Editore, Venezia, 1981
I. Zannier, Storia e tecnica della fotografia, Roma, Laterza, 1986
I. Zannier, “Vacanze fotografiche: un’antologia”, Rivista Fotostorica n. 19/20 Agosto 2002, pagg. 35-57
C. A. Zotti Minici, Il fascino discreto della stereoscopia: Venezia e altre suggestive immagini in 3D, Rubano (Pd), Grafiche Turato, 2003

Torna su


URI: http://marciana.venezia.sbn.it/naya/icone.html