Perchè le biblioteche devono accettare i principi di accessibilità

Vanni Bertini
(Gruppo di studio WAI-IT)

Le biblioteche non sono semplicemente dei luoghi di conservazione della cultura e del sapere, o almeno questa non può più essere considerata la loro funzione primaria. Esse sono dei centri informativi a tutto tondo, profondamente orientati all'utente. Per dirlo con le parole del Manifesto IFLA-Unesco sulle biblioteche pubbliche, esse "rendono prontamente disponibile per i loro utenti ogni genere di conoscenza e informazione".

Le biblioteche cioè sono quei centri che rendono accessibile la conoscenza e la ricchezza dell'espressione umana, e organizzano i propri servizi a partire da un principio fondamentale: l'accesso universale.
All'interno di una società democratica, i servizi bibliotecari sono forniti sulla base dell'uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità o condizione sociale.

I servizi delle biblioteche dovrebbero essere accessibili a tutti i membri della comunità di riferimento. Questa affermazione è particolarmente vera, e anzi fondante, per le biblioteche pubbliche, ma è valida anche per le altre tipologie.
Le biblioteche statali sono enti anch'essi pubblici al servizio di tutti i cittadini, mentre le universitarie si rivolgono a un'utenza vasta e differenziata di studenti e insegnanti.

Qualsiasi sia il tipo di biblioteca, ci si troverà sempre di fronte ai problemi posti da:

  • minoranze linguistiche
  • utenti con disabilità sensitivo-motorie
  • residenti in aree distanti
  • utenti anziani, in difficoltà con le novità tecnologiche

In primo luogo, i servizi devono essere fisicamente accessibili a tutti. Questa è da tempo una delle preoccupazioni principali. Come in tutto il settore dei servizi pubblici, l'abbattimento delle barriere architettoniche è un'esigenza che viene data ormai per scontata, ed anzi ha assunto forza di legge.

Finora è stato privilegiato il problema degli spazi. E' invece meno diffuso e consapevole quello riguardante l'abbattimento delle barriere tecnologiche.

Con la nascita e lo sviluppo di Internet, e in modo particolare del World wide web, questo aspetto è divenuto ineludibile.
Il Web è sempre più importante proprio per la quantità e la qualità delle informazioni veicolate, ed è ormai uno dei supporti principali per la conoscenza e per la partecipazione alla vita civile.
Diventa sempre più vitale accedere a queste informazioni, ma ci troviamo di fronte a nuovi ostacoli: gli anziani hanno poca familiarità con le tecnologie, i disabili si trovano in difficoltà di fronte a strumenti e interfacce mal progettati, pensati per persone abili ed esperte.
È rilevante anche il problema economico, ossia quello della spesa richiesta per un computer, un accesso a Internet, i costi di connessione ecc.

Anche queste barriere devono essere abbattute, e per questo le biblioteche e i servizi informativi rappresentano punti di accesso fondamentali a Internet. Per alcuni utenti esse costituiscono anzi gli unici punti di accesso disponibili.
Le biblioteche forniscono cioè un meccanismo capace di superare le barriere create dal divario di risorse, di tecnologie e di formazione.

Se il principio dell'accessibilità dei siti web è dunque fondamentale per tutti gli enti pubblici, nelle biblioteche questo lo è ancora di più.
La biblioteca che non rende accessibile il proprio sito Web viene meno a uno dei requisiti essenziali che stanno alla base del proprio funzionamento e del proprio servizio.

Possiamo anzi affermare che fra i compiti delle biblioteche non c'è solo quello di rispettare i principi dell'accessibilità, ma di promuoverli, sostenerli, diffonderli nella società civile. Le biblioteche dovrebbero agire per sensibilizzare anche i propri committenti (amministratori, ministeri, rettori ecc.), e richiedere i finanziamenti adeguati.

Nella pratica purtroppo le cose non sono finora andate in questa direzione, almeno non nel nostro paese.

C'è molto lavoro da fare, e i bibliotecari devono essere consapevoli che questi aspetti tecnologici non sono estranei alla loro professione, ma che fanno parte, anche se forse in modo non ortodosso, della biblioteconomia e delle scienze dell'informazione.

06/11/2002

Vanni Bertini
il Palinsesto snc, Firenze - WAI-IT Gruppo di studio sull'uguaglianza d'accesso ai servizi delle biblioteche
E-mail: vanni@palinsesto.it