Vuoto e sottovuoto. Dipinti di Franco Bonetti

da Martedì, 03 Luglio 2007 a Domenica, 22 Luglio 2007

La Biblioteca Nazionale Marciana ospiterà, dal 3 al 22 luglio 2007, nelle sue Sale monumentali (Libreria Sansoviniana, con ingresso dal Museo Correr, Ala Napoleonica di Piazza San Marco) la mostra dell’artista Franco Bonetti "Vuoto e sottovuoto" (orario: tutti i giorni 9-18).

Così motiva la sua mostra Franco Bonetti: “Quando, all'inizio, ho concepito l'idea di questa mostra la pensavo più come un intermezzo, uno scherzo leggero e contingente, circoscritta esclusivamente, in termini pittorici, all'effimero e disordinato mondo della moda.

Il titolo provvisorio ("Sotto il vestito niente") era il richiamo ad un noto film che ci raccontava il vacuo ed il superficiale, i lustrini e l'abbagliante, svolazzante e frenetica vita di stilisti e "Top-model".

Poi, via via che approfondivo la mia riflessione incominciando ad abbozzare i primi lavori, man man che scavavo, mi si rendeva sempre più evidente che non quello specifico ambiente, bensì il mondo tutto, la società cosiddetta "civile" nel suo complesso, ogni nostra singola esistenza è diventata ormai un grande, enorme palcoscenico, un défilé sull'abisso, alimentata da un'ebbrezza illusoria e, parafrasando Kundera, da un'"insostenibile assenza dell'essere" tutt'altro che leggera.

Ho capito così che questa era la naturale prosecuzione del lavoro iniziato con la mia precedente esposizione "Dialoghi": dall'assenza di dialogo all'assenza tout-court di essenza, di sostanza.

Così le mie opere hanno finito per concentrarsi su queste tematiche, cercando di evidenziare come ormai "Dentro il vestito niente", ma sotto il vestito, ahimè, di tutto e di più, così che la veste (non certo candida), l'abito - imitazione, apparenza - non cela più, non nasconde e protegge ma, paradossalmente, disvela e smaschera evidenziando da un lato la strabordante obesità fisica e mentale dilagante, e dall'altro la misera, l'autismo, l'"Anoressia" dell'anima.

Se è vero che "L'abito non fa il monaco", certo "Il monaco fa l'abito". Un "Vuoto, sottovuoto e sottovuoto spinto" dove, si trova di tutto e di più. Un Vuoto rappresentato in ogni forma e maniera: morale, culturale, etico, estetico. Un Vuoto così affollato e ridondante dove Internet, Google e Wikipedia sono la vera bibbia e You Tube il reality più vero del vero.

Oggi più che mai "Il re è nudo" ed il suo guardaroba ripieno di scheletri e cadaveri in rapida putrefazione. Mio malgrado, mi sono ritrovato a rappresentare una tematica più ampia e certo meno leggera: lo sterile compiacersi dell'io che s'illude di esistere solo per il fatto di apparire formalmente diverso.
Di una diversità fatta di "Piercing", "Tattoo", "Griffe", "Copyright" ed altri segni distintivi (?!) che sempre più scivola nella difformità e deformità, che certo non eleva, non accresce lo spirito, mortificandolo anzi ed umiliandolo nell'uniformità di questa sfrenata ricerca di differenziazione.

Così ho cercato di riempire questo Vuoto (apparente anch'esso?), lanciando il mio grido di "aiuto!" - ch'è sempre anche invocazione di speranza - con l'unico media che conosco: tele e colori. Ma chissà s'è ancora di moda. “

Franco Bonetti è nato a Firenze nel 1958, ma vive e lavora a Reggio Emilia dove ha frequentato l’istituto d’arte sotto la guida di Vittorio Cavicchioni (Disegno) e Graziano Pompili (Valori plastici).

La sua formazione artistica è fortemente segnata dall’esperienza teatrale che, a partire dal 1979, lo porta a collaborare con scenografi e registi di primissimo piano, da Pier Luigi Pizzi a Luca Ronconi.
Negli anni ha alternato all’attività di pittore quella di costumista e scenografo.

Ha firmato scene e costumi per decine di spettacoli: Scheletro d'amore di Ludovico Parenti (1982), La pazzia senile e La saviezza giovanile di Adriano Banchieri (1984), Edipo nei dialoghi con Leucò di Cesare Pavese (1996) e la messa in scena di Lezioni americane di Italo Calvino con Giorgio Albertazzi (2000), solo per fare qualche esempio.

La sua attività di pittore è ormai consolidata da decine di mostre collettive e personali che lo hanno visto protagonista sia in Italia che all’estero. Tra i maggiori critici che hanno scritto di lui, figurano Rossana Bossaglia, Janus, Luciano Caprile e Lorella Pagnucco Salvemini.

La mostra si tiene presso le Sale Monumentali della Biblioteca Marciana di Venezia
(Libreria Sansoviniana, ingresso dal Museo Correr: la mostra è inserita nel percorso integrrato dei Musei di Piazza San Marco)

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