Lascito Farsetti

Note biografiche

Tommaso Giuseppe Farsetti, colto bibliofilo (1720-1791), era nato a Venezia, da una famiglia di origine toscana che aveva acquistata la nobiltà veneziana solo nel 1664, ma che vantava una cospicua ricchezza.
Abitò il Palazzo Dandolo a San Luca.

Tommaso Giuseppe si ritirò presto dalla vita pubblica veneziana per dedicarsi agli studi letterari. Dapprima viaggiò lungo l’Europa, per diversi anni e quindi, tornato nella città natale, fu balì e commendatore dell’Ordine di San Giovanni Gerosolimitano.

Egli fu in relazione con i maggiori letterati del tempo, italiani e francesi, fu traduttore dal latino e dal greco, compose versi latini e italiani. Fu accolto in seguito, nel 1758, tra gli Accademici della Crusca.
Ebbe corrispondenti in Italia fra Padova, Roma, Firenze, Ferrara, Brescia, Bologna, Bergamo, Rovereto, e tenne assidui contatti con i letterati veneziani mentre si trovava all’estero, fra gli altri, Domenico Maria Mazzucchelli e Gasparo Gozzi.

I viaggi in Inghilterra, in Francia e lungo l’Italia erano stati occasione per acquisti di manoscritti ed opere rare. Morì a Padova il 30 ottobre 1791.

Il lascito

Al termine della sua vita, sapendosi senza eredi, Tommaso Giuseppe dispose, con testamento del 30 settembre 1786, che i suoi beni andassero, direttamente o quali somme derivate dalla vendita, a suoi amici e servitori, ma principalmente a collezioni pubbliche.

Egli lasciò alla Biblioteca della Serenissima i manoscritti, i testi di lingua a stampa e le commedie, perché fossero conservati tutti insieme nelle collezioni veneziane.
Dispose inoltre che le sue medaglie di uomini illustri e i suoi bronzi divenissero anch'essi patrimonio pubblico, e la Serenissima gli diede merito con una targa posta allora ai piedi dello scalone della Libreria.

Egli affidava in tal modo implicitamente le sue collezioni alle premure dell’amico Morelli, che le aveva già ordinate e catalogate insieme a lui, nel corso di una lunghissima e assidua frequentazione.

Consistenza e composizione del lascito

La collezione fu consegnata il 10 marzo 1792 e il bibliotecario Zaccaria Vallaresso, nella sua relazione al Senato del 30 aprile dello stesso anno, assicurò di aver ricevuto tutti i materiali, menzionò in particolare i Libri manoscritti, nel numero di 386 tra latini e italiani e sottolineò che i Libri di lingua toscana e la serie delle Commedie italiane ammontavano al numero di 1650.

Tommaso Giuseppe si interessò alle opere dei grandi autori, alle composizioni letterarie, ma anche alle curiosità letterarie, come poteva fare un frequentatore veneziano degli illuministi e d’altra parte un affiliato a quell’Accademia dei Granelleschi.

Fra i suoi manoscritti segnaliamo il Libro delle sorti di Lorenzo Spirito, manoscritto perugino del 1482 (It. IX, 87 = 6226), finemente miniato e contenente un'opera che ebbe grande fama nel Rinascimento, che ha meritato una recente edizione facsimilare.
La vivace satira Momus sive de principe di Leon Battsta Alberti nel codice marciano Lat. VI, 107 (=2851) vergato in antiqua da più mani dalle caratteristiche simili, si situa nella fase di elaborazione del testo, all'aprirsi del terzo quarto del Quattrocento, e lo stesso Leon Battista Alberti vi appose, autografe, numerose correzioni sui margini.

La collezione di bronzetti e di ‘medaglie di uomini illustri’, come il Farsetti denominava la propria raccolta ricca di medaglie barocche toscane, fu egualmente destinata alle collezioni antiquarie della Serenissima, e dunque alla Biblioteca.

Con le successive spartizioni dei beni delle raccolte pubbliche, gli oggetti antichi furono destinati al nuovo Museo Archeologico, e in seguito, aperta al pubblico la Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro nel 1927, vi confluirono le raccolte rinascimentali e tarde.

Gli inventari

L'amico Jacopo Morelli aveva descritto, prima del lascito, la raccolta di manoscritti dell'amico Farsetti in Biblioteca manoscritta di Tommaso Giuseppe Farsetti, patrizio veneto e balì del Sagr’Ordine Gerosolimitano, Parte I, Venezia, Fenzo, 1771.
Si tratta del catalogo dei manoscritti latini relativo ai nn. 1- 78, e a quelli volgari dei nn. 1-165. [esemplare postillato con le segnature marciane: Cons. Cat. Mss. Marc. 10] e nella Parte II, Venezia, presso Pietro Savioni, 1780, per il catalogo dei manoscritti Latini nn. 79-114, e Volgari nn. 166-236. [esemplare postillato con le segnature marciane: Cons. Cat. Mss. Marc. 10].

  • [Tommaso Giuseppe Farsetti – Jacopo Morelli], Catalogo di libri latini, In Venezia, appresso Antonio Graziosi, 1788. Si tratta di un elenco di libri a stampa, al quale si aggiunge l’elenco [Parte III] dei manoscritti Latini nn. 115-122, e Volgari 237-264 [esemplare postillato con le segnature marciane dei manoscritti: Cons. Cat. Mss. Marc. 11].
  • Ms It. XI, 329 (=7139): Catalogo delle medaglie d’uomini illustri collocate nello scrigno B, compilato da Jacopo Morelli, ed accresciutro di posteriori inserzioni da Gio. Antonio Bonicelli vicebibliotecario, Giuseppe Valentinelli bibliotecario e suo successore.

 

Per saperne di più:

  • Vincenzo Lazari, Della raccolta numismatica della Imp. Regia Libreria di S. Marco. Informazione, Wien, K. Gerold's Sohn, 1858; Museo della casa eccellentissima Farsetti in Venezia, s.n.t.;
  • Giovanni Sforza, Il testamento d’un bibliofilo e la famiglia Farsetti di Venezia, in “Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino”, s. 2, LXI, 1910-11, pp. 153-195;
  • Bruno Brunelli Bonetti, Dal carteggio di Tommaso Giuseppe Farsetti, in “Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti”, t. CVII parte II, 1948-49, pp. 151-163;
  • Marino Zorzi, La Libreria di S. Marco, Milano, Mondadori, 1987, pp. 303-305;
  • Valentina Casarotto, La Libreria marciana e il suo medagliere: note d’archivio sulle medaglie barocche toscane della collezione di Tommaso Giuseppe Farsetti, in “Miscellanea marciana”, XVIII, 2003, pp. 173-205.