I ridotti dei Procuratori di San Marco

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Gli altri ambienti dell'edificio della Libreria, quelli realizzati dallo Scamozzi, furono destinati a ospitare i "ridotti" dei Procuratori di San Marco.
Vi si accedeva attraverso una porta, posta sul piano dell'ingresso del Vestibolo, che conduceva a un gruppo di tre stanze messe a disposizione dei Procuratori de supra che si occupavano dell'amministrazione della Basilica marciana.

La prima conservava libri e scritture, la seconda era in uso al personale in servizio presso i Procuratori, la terza era destinata ad accogliere le riunioni dei magistrati.

Questa stanza si apriva su un locale che conduceva all'area della Procuratia de citra (citra ovvero al di quà del Canal Grande) che si occupavano delle incombenze caritatevoli e testamentarie per i sestieri di San Marco, Castello e Cannaregio, suddivisa anch'essa in tre ambienti rivolti verso la Piazzetta e ai tre ridotti dei Procuratori de ultra, al di là del canale che si occupavano invece di quelle per i sestieri di Dorsoduro, Santa Croce e San Polo .

Questi uffici erano anche raggiungibili da una scala che Scamozzi aveva inserito alla base del primo pianerottolo dello scalone della Libreria e che è ancora in uso.

Le stanze dei Procuratori di San Marco per il prestigio e l'importanza della carica, unica a essere vitalizia oltre a quella del doge, erano riccamente decorate con ritratti di dogi, procuratori e altri magistrati della Repubblica e quadri con altri soggetti, eseguiti in parte da Jacopo Tintoretto.

Purtroppo alla fine della Repubblica, al tempo del riadattamento a sede della Deputazione della Casa Patria e soprattutto all'epoca dello sgombero dei locali per far posto alla residenza di Napoleone Bonaparte e del suo viceré, Eugène de Beauharnais, sia l'arredo che i numerosi quadri vennero dispersi.

Le stanze dei Procuratori furono affidate, insieme alle Procuratie Nuove, all'architetto e “Direttore delle Fabbriche dei Reali Palazzi” Giannantonio Antolini e integrate, insieme al Vestibolo e alla Libreria, all'appartamento reale.

Vennero chiamati Felice Giani e Gaetano Bertolani a realizzare tra l'estate e l'autunno del 1807 la serie di affreschi di stile neoclassico che orna ancora al presente i soffitti di quelli che erano i ridotti dei Procuratori. Le pareti erano invece rivestite di tappezzeria di colore verde, rimosse poi con il ritorno degli austriaci.