Segno di possesso: Note di lettura

BM - Aldine 171-172, legate insieme.

Nelle Aldine 171-172 (cfr. E. Lugato, in Aldo Manuzio e l'ambiente veneziano (1494-1515), a cura di S. Marcon e M. Zorzi, Venezia 1994, pp. 224 nr. 60 e 231 nr. 85), provviste dell’ex libris del dotto veneto Niccolò Leonico Tomeo (1456-1531), si possono osservare, frammisti alle annotazioni apposte dallo stesso Tomeo, numerosi interventi di una seconda mano ancora anonima (BM - Aldine 171: ff. Aα4r-v, αA1r-γG4r; BM - Aldine 172: ξ1r-3r e 4r-6v). Caratteristica peculiare e distintiva di questa mano è la forma squadrata e ingrandita di pi, nonché il segno di attenzione – nelle comuni forme di un ση(μείωσαι) –  inconsuetamente stretto e allungato (cfr., e.g., ff. αA5r, 6r; βB 1v-2r, 3r, 5r).

Sebbene non si possa ancora dare un nome a tale annotatore, è possibile ritrovarne la mano in altri manoscritti: in particolare si segnala il Par. gr. 1656 (ampia silloge di scritti retorici), copiato da Zaccaria Calliergi (attribuzione in Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, Wien 1981-1997) e annotato, come nel caso delle Aldine marciane, da Niccolò Leonico Tomeo (per l’attribuzione cfr. C. Giacomelli, Per le fonti dell’Aldina dei Rhetores Graeci: il Vat. Pal. gr. 66, in «Segno e testo» 14 [2016], pp. 561-602), cfr. e.g. ff. 5v-7r, 25r-26r, 28r, 34r (caratteristico σημεῖωσαι stretto e allungato nel mg. interno), 41v-42r, 46r, etc.

La scrittura dell’annotatore qui individuato appare, poi identica a quella del copista che completò (ff. 70r-79v) la trascrizione del Vindob. Phil. gr. 58 (Pindaro) – scritto in gran parte dallo stesso Calliergi –, annotandolo in più punti. L’identità fra le due mani si può evincere confrontando le annotazioni sul Par. gr. 1656 e sulle Aldine marciane con le riproduzioni pubblicate da V. Chatzopoulou, Zacharie Calliergis: les manuscrits viennois, in Miscellanea Codicum Graecorum Vindobonensium, I, Studien zu griechischen Handschriften der Österreichischen Nationalbibliothek, hrsg. von Ch. Gastgeber, Wien 2009, pp. 85-982, in part.  95 e 96 (Pl. 6, [marginalia; s’osservi anche qui la peculiare forma di σημείωσαι] e Pl. 7, [testo]. Una descrizione del codice viennese alle pp. 87-88 dello stesso contributo). All’Anonimo sembrano doversi ricondurre anche i marginalia nel codice Vindob. Phil. gr. 164 (Sofocle), dal quale sempre Chatzopoulou, Zacharie Calliergis: les manuscrits viennois, p. 97 (Pl. 9) riproduce uno specimen. Si osservi anche qui, nel margine esterno, il grande σημείωσαι stretto e allungato.

Un ultimo codice nei margini del quale quale si è potuta individuare la scrittura dell’Anonimo è il Vindob. Phil. gr. 84 (miscellanea di testi retorici copiata da Giovanni di Patrasso/Plusiadeno: cfr. D. Speranzi, Marco Musuro. Libri e scrittura, Roma 2013, p. 77 n. 145). Un chiaro specimen della scrittura dell’Anonimo è riprodotto da J. Bick, Die Schreiber der wiener griechischen Handschriften, Wien-Prag-Leipzig 1920, Taf. XLI (mg. interno).

La stretta familiarità che lega l’Anonimo a Tomeo consente di individuare certamente in questo annotatore un dotto veneto, vissuto fra Padova e Venezia, la personalità del quale è, almeno allo stato attuale delle ricerche, del tutto sfuggente. A scanso di equivoci, è utile precisare che non si tratta della già nota «mano occidentale» (designata con la sigla J2) ricorrente in altri volumi annotati da Tomeo (cfr. Ph. Hoffmann, Autres données relatives à un mystérieux collaborateur d’Alde Manuce: l’Anonymus Harvardianus, in «Melanges de l'ecole francaise de Rome. Moyen age-temps modernes», 98 (1986), pp. 673-708, in part. 707).

Per ulteriori attribuzioni cfr.: C. Giacomelli, Su di un codice greco di Giovanni Zaccaria Attuario nella Biblioteca Civica di Padova (C. M. 644), in «Revue histoire des textes» 13 (2018), pp. 93-127, in part. 125.

 

[Scheda di Ciro Giacomelli - Università degli studi di Padova ]

Biblioteca di appartenenza

BM - Biblioteca nazionale Marciana

Numero seriale: 854 Autore: ES