Venezia Giulia e Dalmazia dal mondo classico all'età contemporanea

Conferenza di Bruno Crevato-Selvaggi, a conclusione del ciclo di conferenze per il Giorno del Ricordo 2016
Mercoledì, 09 Marzo 2016

La Biblioteca Nazionale Marciana organizza, nel mese di febbraio 2016, in occasione del Giorno del Ricordo dell'esodo giuliano, un ciclo di tre conferenze dal titolo: Venezia Giulia e Dalmazia, dal ricordo alla storia che intende rievocare le vicende storiche di questo territorio in una prospettiva adriatica, unitaria e di lungo periodo, con un'introduzione di carattere generale e due approfondimenti sul periodo veneziano e su quello asburgico.  L’iniziativa si inserisce nelle commemorazioni del "Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale", solennità civile nazionale italiana istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 e commemorata il 10 febbraio.

Mercoledì 9 marzo, alle ore 17, Bruno Crevato-Selvaggi (Società dalmata di storia patria, Roma) terrà una conferenza dal titolo Venezia Giulia e Dalmazia dal mondo classico all'età contemporanea. Saluto di Maurizio Messina (direttore della Biblioteca Nazionale Marciana).

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, Vestibolo della Libreria Sansoviniana (Piazzetta San Marco 13/a, Venezia).

Entrate nell'orbita romana in età augustea, l'Istria e la Dalmazia si ritrovarono al centro di un vasto impero. In età medievale, come nel resto dell'Alta Italia si vide il formarsi di comunità municipali che si diedero ordinamenti comunali. Le relazioni con Venezia, iniziate già nel X secolo,  si consolidarono  tra il Duecento e il Quattrocento: quelle terre divennero il nucleo dello Stato da mar veneziano. Con la caduta della Serenissima, dopo la parentesi napoleonica entrarono nel nesso austriaco, per ricongiungersi con l'Italia nel 1918: l'intera Istria, e solo una piccola parte di Dalmazia.  Dopo la seconda guerra mondiale le terre vennero conquistate dalla Jugoslavia e la popolazione italiana, nella sua grande maggioranza, esodò.