Incontro: “Mani femminili. Il lavoro delle donne per la storia della moda a Venezia nei secoli XVI – XVIII”

Percorsi e immagini di una mostra
Sabato, 09 Marzo 2013

Nell’ambito delle iniziative che le Istituzioni veneziane hanno organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2013, si colloca la mostra documentaria “Mani femminili. Il lavoro delle donne per la storia della moda a Venezia nei secoli XVI–XVIII”, organizzata dall’Archivio di Stato di Venezia in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, il Centro Tedesco di studi veneziani e l’Assessorato alla Cittadinanza delle donne e alle Attività culturali del Comune di Venezia. In particolare sabato 9 marzo, alle ore 11.00, nella Libreria Sansoviniana (ingresso da Piazzetta San Marco 13/a), si terrà un incontro di presentazione e illustrazione dell’itinerario espositivo, del contesto storico istituzionale in cui si collocano i documenti scelti, dell’apparato iconografico di corredo, tratto dalle raccolte e dalle collezioni della Biblioteca del Museo Correr.

Introdurranno Maurizio Messina, direttore della Biblioteca Nazionale Marciana, e Raffaele Santoro, direttore dell’Archivio di Stato di Venezia.

Seguiranno gli interventi di Anna Bellavitis, Università di Rouen; Doretta Davanzo Poli, Università Cà Foscari di Venezia; Piero Lucchi, Biblioteca del Museo Correr; Tiziana Plebani, Biblioteca Nazionale Marciana; Madile Gambier, Comune di Venezia, e di Michela Dal Borgo in collaborazione con Alessandra Schiavon, archiviste e curatrici della mostra.

 

Seguirà una visita guidata alla mostra.

 

I documenti attestano come la mano d’opera femminile venisse utilizzata e valorizzata per la provata abilità di lavorare panni d’oro e d’argento, di lino e di lana, di filare la seta grezza in modo netto ed uguale, nel rispetto delle puntuali prescrizioni indicate nei capitolari delle arti. Al contempo si conferma, nella legislazione prodotta dalle varie magistrature della Repubblica, come i Savi alla mercanzia, l’Inquisitore alle arti e la Deputazione del commercio, l’attenzione minuziosa alla qualità del prodotto come interesse proprio dello Stato a garantire - nel commercio verso gli esteri stati – il buon nome di sé stesso. Dalle indagini effettuate per conto delle magistrature veneziane, si affacciano nomi di garzone e lavoranti, maestre e capimastre, presenti a Venezia, nei suoi monasteri e nei suoi ospedali, come quello della Pietà o degli Incurabili, ma anche nei territori del Trevigiano, di Bassano, del Friuli, di Padova: nomi che forse si affacciano alla storia solo in quegli elenchi semplici e un po’ sbiaditi, ma che rinviano ad esistenze connotate da specifiche professionalità ed elevate specializzazioni. Anche grazie al lavoro di queste preziose mani femminili, Venezia si è qualificata nel mondo con i suoi merletti, le sete, le stoffe di lino, gli arazzi, le perle di vetro.