Biblioteca Nazionale Marciana Il Breviario Grimani e la sua storia Quando il patrizio veneziano, Marcantonio Michiel, umanista, cultore e committente d'arte, si avviò a descrivere i tesori della sua città, all'interno del progetto di guida artistica delle opere d'arte conservate nelle città di una parte dell'Italia settentrionale, non poté tralasciare di visitare nel 1521 il Palazzo dei Grimani di Santa Maria Formosa. I Grimani erano infatti una delle famiglie più ricche e potenti della Venezia del tempo. Antonio Grimani aveva accumulato una grande fortuna con i commerci, riuscendo ad assicurare al figlio Domenico l’entrata nella prelatura romana nel 1491, il cardinalato nel 1493 e copiose rendite da ricche prebende. Antonio Grimani, nominato nel 1499 capo d'armata in una guerra contro il sultano Baiazet, non fece uscire la flotta per affrontare il nemico che occupò territori veneziani; venne accusato di codardia, incarcerato ed esiliato a Cherso. Nel 1502 Antonio Grimani, sottraendosi al confino, raggiungeva il figlio Domenico a Roma convogliandovi parte delle ricchezze della famiglia, costruendosi una villa, mentre Domenico dimorò dal 1505 a Palazzo San Marco. Il Palazzo San Marco a Roma era stato fatto costruire dal cardinale veneziano Pietro Barbo, divenuto papa, col nome di Paolo II, nel 1464. Vi trovavano alloggio anche gli ambasciatori veneti. Palazzo San Marco veniva donato nel 1564 da papa Pio IV alla Repubblica di Venezia, divenendo la residenza ufficiale degli ambasciatori veneziani, chiamato da quel momento Palazzo Venezia. Venezia ricambiava pochi anni dopo concedendo Palazzo Gritti in Campo San Francesco della Vigna come residenza dei Nunzi Apostolici. Donazione del complesso di San Marco alla Repubblica Veneta, anonimo, sec. XVII Il cardinale Domenico Grimani si fece abile negoziatore della pace tra il Papato e la Repubblica durante e dopo la lega di Cambrai, stipulata nel dicembre del 1508. La Serenissima ricambiò riabilitando il padre Antonio che poté tornare a Venezia nel 1509 e assumere prestigiose cariche politiche, sino ad essere eletto doge nel 1521 a 87 anni. Domenico, più volte candidato al soglio pontificio, diveniva sempre più influente nell'ambiente romano. Domenico Grimani era un uomo colto: si era dottorato a Padova in arti il 23 ottobre nel 1487 e non aveva mai smesso di coltivare gli studi; nell'orazione funebre, Battista Casale avrebbe rammentato che “non lasciava passar ora senza fare qualcosa: leggeva, pensava, scriveva sempre qualcosa”. Aveva acquistato nel 1498 la biblioteca di Pico della Mirandola, ben 15.000 volumi, che avrebbe donato al convento di Sant’Antonio di Castello. Oltre ai libri, era cultore e collezionista d'arte. Nel 1505 gli ambasciatori veneziani in visita a Palazzo San Marco ammirarono la raccolta antiquaria che vi aveva radunato: statue, tra cui quelle di Augusto e di Aggrippa, che provenivano dal pronao del Pantheon, marmi e reperti di scavi, specie di quelli effettuati nella vigna della sua dimora presso il Quirinale. Domenico Grimani andava nel tempo arricchendo le sue collezioni: non solo marmi e statue, ma cammei, corniole, medaglie d'oro, d'argento e di rame e quadri di contemporanei, specialmente opere di artisti fiamminghi, tra cui Hieronymus Bosch e Hans Memling, descritte dal Michiel nella sua nota del 1521. La passione per la pittura ‘ponentina’ era allora assai diffusa: "In una bella pittura fiamminga c'è varietà d'huomini, di animali, di paesi, di fiumi, di fuochi & di cose simili, nelle quali sono maestri i fiaminghi maravigliosi" commentava allora l’erudito e collezionista padovano Marco Mantova Benavides. Le Visioni dell'aldilà di Hieronymus Bosch, appartenevano alla ricca collezione di Domenico Grimani, ora nel Museo di Palazzo Grimani La passione per la pittura "ponentina" motivò Domenico Grimani ad acquistare il Breviario che da lui prese il nome e che il Michiel annotava con particolare accuratezza: "L'officio celebre, che messer Antonio Siciliano vendè al cardinal per ducati 500, fu inminiato da molti maestri in molti anni. Ivi vi sono inminature de man de Zuan Memelin, de man de Girardo da Guant, carta 125, de Livieno da Anversa carta 125. Lodansi in esso sopratutto li 12 mesi, e tralli altri il febbraro, ove uno fanciullo orinando nella neve, la fa gialla et il paese ivi è tutto nevoso et giacciato". Dunque il Breviario era celebre, rinomato non solo nell'ambiente veneziano: era infatti una delle più famose opere d’arte dei Paesi Bassi, capolavoro della miniatura del secondo decennio del Cinquecento, e doveva essere stato prodotto per una committenza aristocratica. Ad esso è stato associato il nome di Margherita d'Austria, figlia di Massimiliano I, reggente e poi governatrice dei Paesi Bassi dal 1507 sino al 1530. Dopo la morte del Grimani, avvenuta nel 1523, il Breviario fu consegnato, insieme a molti altri oggetti d’arte, al nipote, il cardinale Marino, secondo le volontà testamentarie che stabilivano inoltre che passasse poi in dono alla Repubblica. Il Breviario rimase però in casa Grimani, concesso in godimento a vita a Giovanni, fratello di Marino, vescovo di Ceneda e dal 1546 patriarca di Aquileia. Mecenate e collezionista d’arte, Giovanni Grimani donò nel 1587 alla Repubblica gran parte della sua collezione di sculture antiche. Le oltre 200 statue andarono a formare lo Statuario della Serenissima, nel Vestibolo della Libreria di San Marco. Alla sua morte, il Breviario venne consegnato nel 1594 ai Procuratori di San Marco; passò poi nel Tesoro della Cappella ducale e solo nel 1801 fu assegnato alla Biblioteca Marciana. Il Breviario Grimani è un libro liturgico, conformato al modello francescano: si apre con il Calendario, composto da una sequenza di 24 pagine, che presenta sul lato destro il prospetto del mese incorniciato e arricchito di elementi figurativi, mentre nel sinistro compare una scena miniata a tutta pagina, riguardante le attività dei campi, scene di vita quotidiana e di corte. Immagini: Scena di gennaio: banchetto di un ricco signore Calendario del mese di gennaio, con scena di torneo Scena di febbraio: interno contadino; la neve ricopre stalla e colombaia Scena di marzo: lavori nei campi Scena di aprile: corteo nuziale in un prato Scena di maggio: cavalcata per la festa della primavera Scena di giugno: fienagione Scena di luglio: mietitura del grano e tosatura delle pecore Scena di agosto: partenza per la caccia di dame e cavalieri Scena di settembre: vendemmia Scena di ottobre: sarchiatura e semina Scena di novembre: raccolta delle ghiande e cacciaalla lepre Scena di dicembre: la caccia al cinghiale Al Calendario segue il Breviario vero e proprio, che inizia con l’Ufficio del tempo, accompagnato da rappresentazioni tratte dall’Antico e Nuovo Testamento. Tra queste: la Natività e l’Annuncio ai pastori La Crocifissione La Torre di Babele Seguono il Salterio e gli Inni, con scene dalla Bibbia: Adamo ed Eva, ed episodi della vita di David. Il Breviario prosegue con le parti relative alla Comune dei Santi e all’Ufficio dei defunti Il testo presenta poi l’Ufficio dei Santi: qui Sant’Andrea, con lo strumento del martirio In questa sezione molte scene sono dedicate alla Vergine: l’Annunciazione Il Breviario è composto di 836 fogli in pergamena, di cui 832 riccamente illustrati e decorati: 50 miniature a piena pagina, 18 di minore dimensione, capilettera e bordure. Si tratta di un codice di dimensione straordinaria: misura mm. 280x215 ed è costituito da ben 100 fascicoli, tutti quaterni. Il Breviario fu dotato di una legatura in assi di legno ricoperti di velluto rosso. A metà del secolo sui piatti vennero applicate delle cornici di argento dorato. Al centro, due grandi medaglie: quella sul piatto anteriore raffigura il cardinale Domenico Grimani La medaglia del piatto posteriore porta invece l’effigie del doge Antonio Grimani. A cura di Tiziana Plebani Ufficio storico-didattico Biblioteca Nazionale Marciana